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La peste bubbonica torna a far paura: segnalati casi in Oriente

Pietro Paolo Savini
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C'era una volta la peste bubbonica. Anzi, no. C'è ancora oggi la peste bubbonica. E la notizia che causa allarme, anche questa volta,arriva dall'Oriente. Le autorità della Cina - riferisce il 6 luglio 2020 l'agenzia di stampa Adnkronos - hanno intensificato le precauzioni dopo che una città nella regione autonoma della Mongolia interna ha confermato un caso di peste bubbonica. Secondo le autorità il paziente di Bayannur - un pastore - è in quarantena e in condizioni stabili. I funzionari hanno detto che stanno indagando su un secondo caso sospetto, secondo il ’Global Times’ cinese. La peste bubbonica era una volta la malattia più temuta al mondo (è citata anche da Alessandro Manzoni nei "Promessi Sposi"9, ma ora può essere facilmente curata con antibiotici, ricorda la Bbc online. Il primo caso è stato segnalato in un ospedale di Urad Middle Banner, nella città di Bayannur. Non è ancora chiaro come o perché il paziente possa essere stato infettato. Il secondo caso sospetto riguarda un quindicenne che apparentemente era venuto in contatto con una marmotta cacciata da un cane, secondo un tweet del Global Times. Un allarme di livello 3, che proibisce la caccia e il consumo di animali che potrebbero portare la peste e invita il pubblico a denunciare casi sospetti, è stato diramato fino alla fine dell’anno. Se non trattata, oggi la malattia - che di solito viene trasmessa dagli animali all’uomo dalle pulci - ha un tasso di mortalità del 30-60%. I sintomi della peste comprendono febbre alta, brividi, nausea, debolezza e linfonodi ingrossati su collo, ascella o inguine. Nel maggio dell’anno scorso due persone in Mongolia sono morte a causa della peste, contratta dopo aver mangiato la carne cruda di una marmotta, lo stesso tipo di roditore con cui sarebbe entrato in contatto il secondo caso sospetto. La peste - ricorda l'agenzia LaPresse - è fatale nel 90% dei casi, se non curata, soprattutto con alcuni specifici antibiotici. Dalla bubbonica può svilupparsi la peste polmonare, che causa grave infezione polmonare con problemi respiratori, mal di testa e tosse. L’ultima epidemia di peste bubbonica è stata registrata nel 2009, quando varie persone morirono nella cittadina di Qinghai, sull’altopiano del Tibet. 

La peste - ricorda Wikipedia -  è una malattia infettiva di origine batterica causata dal bacillo Yersinia pestis. È una zoonosi, il cui bacino è costituito da varie specie di roditori e il cui unico vettore è la pulce dei ratti (Xenopsylla cheopis), che può essere trasmessa anche da uomo a uomo. È una malattia quarantenaria e per il regolamento sanitario internazionale[1] è assoggettata a denuncia internazionale all'OMS, sia per i casi accertati che per quelli sospetti. Dal 2010 al 2015 sono stati riportati 3 248 casi in tutto il mondo, con 584 morti ed è diffusa in tutti i continenti, fatta eccezione per Oceania ed Europa. Si manifesta sotto forma di tre principali quadri clinici, distinti in base ai diversi apparati dell'organismo in cui si sviluppa l'infezione. La "peste bubbonica" è causata dall'introduzione nell'organismo del bacillo Y. pestis attraverso la cute a seguito del morso di una pulce infetta; il bacillo, solitamente identificato dal sistema immunitario e fagocitato dai leucociti, viene smaltito attraverso il sistema linfatico fino ai linfonodi, dove però resta attivo e continua ad accumularsi moltiplicandosi. Ciò provoca una adenite prossimale, cioè una infiammazione di uno o più linfonodi, solitamente nella zona ascellare o inguinale più prossima alla zona della puntura. I linfonodi colpiti divengono rigonfiamenti dolorosi detti appunto "bubboni"; questi non sono ascessi, bensì edemi: non contengono pus ma sangue e tessuto edematoso-necrotico (in fase di remissione della malattia possono però divenire infetti, cioè purulenti). 

Pietro Paolo Savini