
Il caro energia è costato cinquanta miliardi agli italiani

C’è uno studio di Unimpresa, che ha rielaborato una serie di dati Bankitalia, a determinare il “peso” del caro energetico nel portafoglio degli italiani. Cinquanta miliardi di euro. E’ la cifra attinta dai risparmi di aziende e cittadini. Secondo il report, le riserve delle famiglie e delle imprese, tutto questo è avvenuto nel giro di tre mesi, con le riserve passate dai 2.097 di luglio ai 2.047 di ottobre. Il conto di circa una manovra economica e mezza, dunque, se n’è andato per il conto salato dell’energia. E si tratta di un dato che va sicuramente letto in abbinamento al calo dei consumi, che addirittura ha raggiunto il 7,9% nel comparto alimentare, mentre i consumi in generali vedono un -6,3% rispetto all’anno precedente.
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Questo testimonia come alcune misure nella manovra economica vadano in direzione di un contenimento dei contraccolpi sociali dello scenario che stiamo vivendo. Non solo i 21 miliardi su 35 totali destinati al caro energia, ma anche l’innalzamento delle pensioni minime (che Forza Italia spera di portare a 600 euro) che mette in campo un sostegno agli italiani in difficoltà. E ancora l’innalzamento della flat tax da 65 a 85 mila euro consente di “tenere” risorse nell’investimento aziendale e nell’economia piuttosto che dirottarle sull’erario pubblico.
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Così come l’intervento sul cuneo fiscale, per quanto limitato, è un segnale in favore di imprese e lavoratori specie, per quanto riguarda questi ultimi, inferiori a 20 mila euro di reddito. Di fronte a uno scenario come quello attuale, dare fiato allo scontro sociale, come fa parte della sinistra, rischia solo di minare il sistema Paese che, grazie a un’alleanza di fatto tra imprese e lavoratori, sta reggendo di fronte alla più grande concatenazione di crisi che la storia recente ricordi.
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