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Ristorazione, dagli italiani spesa di 20 miliardi in meno del 2019: ora la crisi pesa anche sull'agricoltura

Christian Campigli
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Numeri drammatici. Una realtà economica che non accenna a mutare. Ad invertire una tendenza che, se confermata, potrebbe portare a conseguenze nefaste. Alla chiusura di locali, di attività che danno lavoro e sostentamento a migliaia di famiglie. Gli Italiani nel 2021 hanno speso in bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi sessanta miliardi di euro. Oltre venti miliardi in meno rispetto al 2019. E questo nonostante un buon aumento rispetto al 2020. E' una fotografia impietosa, quella che emerge dal bilancio di fine anno sui consumi alimentari fuori casa, elaborato dalla Coldiretti.

 

 

Un'analisi, che evidenzia in modo chiaro e netto una situazione di palese difficoltà di uno dei settori più importanti del nostro Paese. Una crisi profonda, che rischia di diventare strutturale e di ricadere, a cascata, anche sulle aziende fornitrici di prodotti agricoli e alimentari. Un barlume di speranza però c'è: gli studi dell'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana sottolineano che un recupero c'è stato, rispetto allo scorso anno. Soprattutto grazie ai buoni risultati estivi. Non mantenuti però, a causa dell'aumento esponenziale dei contagi Covid, in autunno e soprattutto nel periodo delle feste natalizie. Solo il 14% degli Italiani ha deciso di festeggiare la conclusione del 2021 in un ristorante, in una trattoria o in un agriturismo. Al contrario sono oltre il 40% le attività ricettive che hanno avuto disdette last minute. Bene le consegne a domicilio, favorite anche dal crescente numero di Italiani in isolamento o in quarantena. Ai quali vanno aggiunte le persone che non dispongono del green pass rafforzato, necessario per mangiare fuori. Un aumento significativo, ma assolutamente non in grado di colmare le perdite subite.

 

 

La situazione di difficoltà non coinvolge solo le trecentosessanta mila realtà della ristorazione ma – continua la Coldiretti – si fa sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare. Numerose le disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, soprattutto nelle località turistiche. Dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, sono tanti, troppi i piccoli agricoltori in crisi nera. Va ricordato come, nel settore ittico ed in quello vitivinicolo, la ristorazione rappresenti la principale fonte di guadagno. I mancati acquisti di cibo e bevande da parte della ristorazione sono quantificabili in circa cinque miliardi. Una cifra consistente, che va ad intaccare la stabilità economica di settecentoquaranta mila aziende agricole e settanta mila industrie alimentari. Un quadro desolante. Un disastro che solo la rapida fine della pandemia e i necessari aiuti di Stato potranno, forse, scongiurare.