
Al Pd serve lo psichiatra, non “la segretaria”. Vietato denunciare chi borseggia

Ci vuole lo psichiatra, non “la segretaria”. Il Pd continua a stare in agitazione, anche se è arrivata madame Elly Schlein, o forse lei ha semplicemente aggravato la situazione.
Ma che un partito – persino attraverso rappresentanti istituzionali – ora si elevi a difensore di chi ruba è davvero il massimo.
In questi giorni si è registrato un uno due tra Roma e Milano che fa capire lo sbandamento che si percepisce al Nazareno.
Nella Capitale, il povero dipendente politicamente non corretto che ha avvisato i passeggeri Atac di zingari in agguato per derubarli, è stato sottoposto a procedimento disciplinare. Lo ha preteso il sindaco Gualtieri con tanto di proclama via twitter.
Basta sciacallaggio sull'immigrazione, è una tragedia di tutti
A Milano è una consigliera comunale, Monica Romano, a prendersela con chi filma i borseggiatori in azione. Un delirio il suo: smettetela di filmare e postare sui social “persone sorprese a rubare sui mezzi Atm”. Perbacco, non si fa. Il video, mica la rapina.
Di più, non è senso civico scrive la consigliere turbata da chi denuncia. “Spegnere le fotocamere, perché non è così – trasformando le persone in bersagli – che si ottiene giustizia”. Aggiungendo, mancava pure questa, lo squadrismo, Firenze, Cutro.
Se non son matti non li vogliamo, afferma un antico luogo comune. Adesso la colpa di un furto non è del ladro, ma di chi lo segnala, lo denuncia, lo documenta.
Alla sinistra proprio non riesce di dire che i morti di Cutro sono colpa degli scafisti
Ma il Pd dove li prende questi suoi rappresentanti nelle istituzioni? A Roma il sindaco si adonta per l’uso della parola zingari e non perché spariscono i portafogli sul trasporto pubblico. A Milano fa di peggio, perché sembra quasi che non se ne debba parlare proprio.
Questa sta diventando davvero una società scassata dalla demagogia, per cui la sovversione diventa la legge e non il reato.
Gesù fate luce e impedite agli stolti di continuare a prendere in giro gli italiani.
La Cgil sempre più relitto ideologico. Stavolta è il turno di Salvini (che non si spaventa)