
Stop alle violenze negli ospedali. Proposta leghista per aiutare medici e infermieri

Intollerabile. Sempre più spesso negli ospedali episodi di violenza contro medici e infermieri. È una deriva incredibile e c’è bisogno di norme adeguate per intervenire seriamente. Di qui una proposta di legge, appena depositata, presentata dal senatore della Lega, Manfredi Potenti, uno dei parlamentari più attivi.
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Va detto che quello delle aggressioni a medici e infermieri non è un problema nuovo. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) lo monitora da anni. Prima della pandemia il dato, sottostimato perché le aggressioni verbali non sono sempre denunciate, si attestava intorno ai 1.500 casi l’anno.
Poi l’impennata, denuncia Manfredi Potenti: Nel mese di giugno la Federazione Nazionale Ordini Professioni infermieristiche (Fnopi) ha comunicato una serie di dati allarmanti: le aggressioni sul posto di lavoro colpiscono in media in un anno un terzo dei professionisti sanitari, il 33%, ovvero circa 130mila casi, con un “sommerso” non denunciato all’Inail di circa 125mila casi ogni dodici mesi. Con rilevanti conseguenze fisiche, psicologiche ed economiche. Dato che desta ulteriore apprensione: il 75% delle aggressioni riguarda donne.
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Di qui il tentativo di porre un argine al fenomeno. Per il parlamentare leghista, “si rende necessaria una svolta tangibile. Appare corretto dotare di un fondamento normativo la necessità che in ogni presidio ospedaliero permanga in maniera fissa una struttura dedicata al controllo sulla sicurezza”.
Ed è quanto prevede la proposta di legge: mai più ospedali senza forze dell’ordine presenti.
Questo proposto dalla Lega è un provvedimento che serve a restituire dignità a chi lavora per tutelare la salute di chi si rivolge agli ospedali. Bisogna poter lavorare in sicurezza, perché troppo spesso c’è chi se la prende con i sanitari per una malattia magari trascurata.
Con una spesa minima, circa dieci milioni di euro, si possono garantire migliori condizioni di lavoro per gli operatori della sanità. E sarebbe opportuno farlo al più presto.
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