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A Strasburgo la pretesa di non parlare sul Qatargate: no alla richiesta della Lega

Francesco Storace
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C’è una particolare tensione a Strasburgo, gli effetti del Qatargate colpiscono i nervi della sinistra. Che, eppure si comporta peggio di prima.

Le cronache parlamentari raccontano come le dimissioni dagli incarichi dei primi onorevoli coinvolti nel losco affare, vengano seguite da elezioni di altri deputati sempre facenti capo ai socialisti europei. Come se non ci fosse la necessità di vedersi così attaccati alle poltrone dopo le figuracce collezionate con i quattrini da alcuni loro compagni.

Di più – ed è cronaca delle ultime ore – dalla Lega è salita la richiesta di svolgere un dibattito alla luce del sole sul clamoroso scandalo, ma il cordone sanitario attorno al gruppo Identità e democrazia impedisce che le proposte più ragionevoli possano essere accolte dalla maggioranza di Strasburgo.

Eppure, Annalisa Tardino, che della Lega è europarlamentare, assieme ai suoi colleghi di gruppo non rinuncia alla domanda vera: cosa hanno da nascondere nel dire no al dibattito?

E tuona dai social: “Ancora una volta la sinistra che guida il Parlamento decide di agire come se il Qatargate non fosse mai esistito. La Lega e il gruppo Id hanno chiesto a gran voce un dibattito in commissione Libe sul Qatar, ma la maggioranza ha fatto muro per non parlarne: cos’hanno da nascondere?

Al di là delle tante belle parole, è evidente che i socialisti e i loro soci di maggioranza non vogliono né fare chiarezza, né tantomeno superare le dinamiche non democratiche che hanno prevalso finora a Bruxelles”.

Alla fine si trattava di un dibattito in commissione e neppure nell’aula di Strasburgo. Ma hanno preferito trincerarsi dietro il rifiuto a parlarne. Non capendo che così i dubbi su un’operazione che ha stupito molti europei saranno destinati a crescere.

È un errore politico impedire una discussione su uno scandalo. Perché tanto sarà inevitabile – prima o poi – dover accettare il confronto. Perché l’inchiesta va avanti e non accenna a fermarsi.