
Saviano continua a fare il martire. Ma è lui a sbagliare ed ecco perché

Mamma quanto è noioso Roberto Saviano, col suo vittimismo quotidiano. Sui social impazza la negazione della dignità, l’ha fatta grossa con i suoi insulti confidando in un’impunità che non può esistere, e ora piange.
“La parola è il motivo per cui mi ritrovo a giudizio”, scrive. Manco fosse il Vangelo. La parola…
E poi ancora: “Ho scelto nella mia vita di scrittore una parola che affronta il potere criminale o politico di qualunque segno”. Francamente si supera la soglia del ridicolo. Mettere insieme potere criminale e potere politico offre la prova di un disegno offensivo, calunnioso e francamente fasullo, che spiega perché in tribunale uno così è ovvio che debba andarci.
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L’antefatto sta proprio in una parola orrenda, pronunciata in diretta televisiva, a La7, nella trasmissione di Formigli: “Bastardi”, rivolta all’indirizzo di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, in una delle consuete polemiche in tema di migranti.
Quel “bastardi” era indubbiamente un’offesa. Ma adesso Saviano ci gioca su, fa il martire, perché la premier e un ministro lo trascinano davanti ai giudici. E omette che è querelato ben prima dell’ascesa dei due esponenti politici al governo di centrodestra. La Meloni, in particolare, è da anni all’opposizione: quale potere poteva esercitare contro lo scrittore più coccolato dalla sinistra nostrana ed estremista?
L'ostruzionismo dell'opposizione persino sui nomi dei ministeri…
Da Saviano viene una lezione di presunzione inarrivabile. L’aureola del martirio gli sta male in testa, perché insultare persone che non la pensano come lui non può passare liscio. Chi è questo scrittore, un dispensatore di benedizioni o maledizioni a seconda di chi intenda premiare o colpire?
Occorre semplicemente scusarsi, almeno quello, per aver definito bastardi due leader politici che non gli piacciono. Perché chi dice di fare cultura deve dimostrare di voler far crescere sentimenti positivi nella società e non odio diffuso con le proprie corde vocali. Con la “parola”. Ma Saviano crede di avere chissà quale missione da compiere contro il nemico…
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