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A destra centristi più seri di Renzi e Calenda. Da quattro partiti una lista unitaria

Francesco Storace
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A destra i centristi sono più seri di Matteo Renzi e Carlo Calenda e manderanno agli elettori moderati un messaggio molto più efficace rispetto ai loro colleghi provenienti dal Pd. Perché è una notizia rilevante che quattro liste centriste decidano di fondersi in una. Fino a qualche giorno fa viaggiavano separati: Toti e Quagliarello con Italia al centro; Lupi con Noi per l’Italia. E poi, Brugnaro con Coraggio Italia e Cesa con l’Udc. Poi, hanno deciso di semplificare con due liste centriste, Toti con Lupi, Brugnaro con Cesa. Infine e finalmente l’annuncio: staranno tutti e quattro assieme.

 

 

Non è una specie di scioglilingua, ma la maturazione – molto positiva – di un percorso politico che evita confusione. Il centrodestra mette a disposizione una quindicina di collegi uninominali, il resto arriverà col superamento dello sbarramento proporzionale al 3 per cento. È una buona notizia per il Parlamento di domani, dove potrebbe esserci una maggioranza ancora più ampia per governare bene. Dall’altra parte – o meglio nel cosiddetto Terzo Polo – sono ancora immersi nella discussione perché Matteo Renzi e Carlo Calenda ancora non sanno se marciare assieme, come inevitabilmente dovrà accadere dopo la lezione di politica che gli hanno impartito i loro colleghi centristi di centrodestra. Dopo la pessima figura della trattativa con la sinistra – e relativi insulti – davvero non si possono permettere di litigare ancora.

 

 

Certo è che ormai solo una schieramento pare offrire lezioni di coesione agli altri, che si sono azzuffati oltre ogni limite di tollerabilità. Aver superato ogni comprensibile egoismo di partito; aver compreso che ancora una volta è l’unione che fa la forza; tutto questo è un elemento che può dare ulteriore forza alla coalizione di centrodestra. E indica agli elettori una strada meno impervia da quella offerta da una sinistra ancora stralunata per lo spettacolo che ha messo in scena con lo strappo tra Calenda e Letta. A conferma che gli spazi per i moderati stanno da una sola parte.