
Conte sta sbagliando? Forse, ma è indecente a rimproverarlo sia Di Maio

Il cicaleccio a cavallo tra le due Camere punta il dito contro Giuseppe Conte. Ma qui l’ex premier non cerca i consensi che mancano nel Paese al Movimento pentastellato. La scelta di azzoppare il governo sarà misurata nelle prossime settimane dai sondaggi e ci sta che i decibel dei politici che lo contestano si impennino. Purtroppo per Draghi si sono sottovalutate una serie di richieste, ma probabilmente quel che ha fatto da detonatore è stata la scissione dei seguaci di Di Maio, che in 48 ore hanno scatenato un cataclisma politico nel fronte grillino.
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Nei corridoi, proprio Conte ha sibilato che Draghi abbia sostenuto la fuga del ministro degli Esteri. E qui sta il tema della sensibilità ferita, dell’onore calpestato. È una dinamica che chiunque conosca le cose della politica comprende bene. Ognuno si fa una propria valutazione sulle mosse M5s, ma quel che appare davvero indecente è la critica continua mossa proprio da Di Maio al suo ex capo politico. Il ministro è arrivato a denunciare che la voglia di lasciare il governo era stata pianificata da mesi. Ma non lo aveva detto a nessuno, però. Insiste, Di Maio. “Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale”.
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Detto da chi aveva una qualche confidenza con i gilet gialli francesi e un’avversione verso il presidente della Repubblica Mattarella al punto di spingersi all’impeachment, suona un po’ patetico. Legittimo tentare di meritarsi ancora la poltrona, ma il dileggio è davvero roba che non si può ascoltare. Avrebbe dovuto essere proprio il premier, probabilmente, a placare i bollori del titolare della Farnesina. Invece si è scelto di inasprire i rapporti con Conte e i suoi. E queste cose nella politica contano sempre e hanno conseguenze drammatiche. È quello che sta succedendo.
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