
Tutti guardano al Senato e a Conte, ma la settimana prossima il Vietnam sarà a Montecitorio

Il cronista dovrà armarsi di pazienza e fare su e giù tra i Palazzi, la prossima settimana. Perché Camera e Senato avranno il loro bel daffare, a Montecitorio con un po’ di fatica in più. È vero che dopo il voto finale di lunedì sul decreto aiuti, i deputati molleranno le norme ai senatori. E a Palazzo Madama non è previsto il doppio voto con la fiducia: il pacchetto lo si vota tutto assieme. E i più si interrogano su che farà Giuseppe Conte con la sua ciurma. Ormai l’ex premier, all’inizio ammirevole in questa sua fatica con Draghi, sembra aver calato le braghe. La rivoluzione probabilmente non è nelle sue corde e rischia di restare indeciso a tutto. Comunque avrà i riflettori su di sé e questo sembra accontentarlo.
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Scenario assai diverso ci sarà a Montecitorio, dove invece Pd e Cinque stelle sembrano marciare uniti alla conquista degli scalpi più divisivi. Chi se ne frega se nella stessa maggioranza Lega e Forza Italia – e dall’opposizione Fdi – sono pronti alle barricate contro la legge sulla cannabis e quella sulla ius scholae. I compari di sinistra sanno che così mettono anche a rischio il governo Draghi, perché se dovesse passare quella roba come farebbero Salvini a Berlusconi a trangugiarla è impossibile da immaginare. Ma nonostante tutto, Letta e Conte sembrano fregarsene e puntano a chiamare il banco per bandiera. Bandierina. Che poi al Senato – anche se le due leggi superassero il vaglio della Camera – si arenerebbero inevitabilmente.
Toti a sorpresa: basta con i dati fasulli sul Covid
Salvini è stato il più esplicito nel centrodestra: la Lega darà vita ad un’opposizione mai vista, non ne vuole sapere di droga libera e cittadinanza facile, con un Parlamento che si impegna su temi di tal fatta mentre i cittadini italiani sono preoccupati per bollette, lavoro, stipendi, pensioni. Pd e Cinque stelle sono all’irresponsabilità assoluta, la battaglia parlamentare lo metterà in evidenza. Popcorn.
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