
Sui referendum (e la Littizzetto) bordate alla Rai dalla Vigilanza e dall'Agcom

L’Agcom e la Vigilanza Rai chiameranno in causa Fabio Fazio e Luciana Littizzetto per l’atteggiamento denigratorio verso il referendum sulla giustizia che si svolgerà il 12 giugno. Perché il servizio pubblico ha il dovere di informare e non di disinformare. E mettere in ridicolo la richiesta che è stata portata avanti da milioni di italiani e da ben nove consigli regionali è davvero un fuor d’opera. La Littizzetto, pensandosi spiritosa, ha letto un’immaginaria missiva a deputati e senatori per sbertucciare anche loro. Le leggi fatele voi, non il popolo, è stata la sostanza del suo “messaggio” provocatorio durante la trasmissione di Fazio. Concluso con un ambiguo riferimento alla data del voto, trattata quasi alla stregua di una perdita di tempo a cui verrebbero sottoposti gli italiani.
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Poco interessa alla signora in questione che per gli errori giudiziari in trent’anni ben trentamila italiani siano stati incarcerati ingiustamente per poi essere assolti e risarciti. Non le interessano i guasti di una legislazione che ha prodotto correntismo nella magistratura fino a contaminare il Csm nella sua elezione. Oppure i guasti prodotti da una legge Severino che ha fatto a pezzi ogni certezza del diritto così come previsto dalla Corte Costituzionale. La Littizzetto avrebbe voluto votare per i referendum che piacciono a lei, su droga ed eutanasia, e quindi gli altri sono tutti brutti…
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Ovviamente ne è nato un bel caos politico, con gli interventi del deputato di Italia Viva Michele Anzaldi e del neocommissario dell’Authority per le garanzie nelle comunicazioni, l’ex deputato leghista Capitaneo: entrambi muoveranno Vigilanza Rai e Agcom per far sì che il servizio pubblico si decida ad informare correttamente gli italiani sulla consultazione del 12 giugno. Le prime iniziative sono già state avviate e per Fazio e soci c’è il rischio concreto di sanzioni per quello che hanno combinato a RaiTre.
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