
Sarà inevitabile il ritorno alla legge proporzionale se i partiti “alleati” si insultano

Alla fine della storia il ritorno alla legge elettorale proporzionale si renderà inevitabile. Se il maggioritario espone solo a liti, a che serve allearsi se non ad ingannare sempre gli elettori? Le botte da orbi nelle coalizioni e nei partiti hanno dell’incredibile. E tutto questo per la conferma del presidente della Repubblica. Come se non fosse già accaduto. Ad esempio con Giorgio Napolitano. Lo votarono centrodestra e centrosinistra, i grillini (di allora) erano innamorati di Rodota’. I pentastellati oggi sono molto diversi da quel tempo e quindi colpiscono le reazioni di adesso. Che con Napolitano non si registrarono a destra. Quel presidente fu contrastato fuori dal Palazzo, non dentro.
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Nel cosiddetto fronte progressista si consuma la lacerazione interna ai Cinque stelle. Più soft ma non meno pesante il conflitto che si scatenerà tra le correnti del Pd. Nel Centrodestra invece sembra di assistere alla commedia degli amanti che si lasciano. Tutti strillano al rapporto finito. L’addio. Le lacrime. Ma se la situazione è questa - addirittura con accuse di follie - che senso ha restare accovacciati all’ombra del sistema elettorale maggioritario? L’unico effetto possibile sarà allontanare ancora di più gli elettori dalle urne. Perché nessuno crederà più alle alleanze fasulle che si formeranno tra i partiti. Nemmeno se faranno fioretto pubblico ci crederemo.
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Dovranno prenderne atto, sfidarsi con la legge elettorale proporzionale e poi, se ne saranno capaci, tentare di ritrovarsi in Parlamento per governare, se avranno i numeri senza sciupare un patrimonio politico. Ma lo spettacolo di questi giorni, i toni estremisti che si levano contro l’altro, non inducono alla fiducia. In gioco dovrebbe esserci più l’Italia che il fatturato percentuale di questo o quel partito. Almeno, si lascino senza rancore. A meno che non vogliano ballare anche nei territori dove ancora governano insieme e buttare a mare il tesoretto offerto loro dagli elettori. Riflettano, se sono ancora provvisti di buonsenso.
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