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Che vergogna quei funerali di Davide Giri senza lo Stato

Francesco Storace
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È stato ammazzato per il colore della pelle. Era italiano, si chiamava Davide Giri. Ma non meritava una straccio di presenza dello Stato ai suoi funerali ad Alba, svolti in questi giorni. La merita eccome una riflessione, questo triste addio alla vita del ricercatore assassinato a New York da un delinquente di colore a caccia di sangue. Quel delitto orrendo, a coltellate, non ha visto spendere parole dal politicamente corretto. Al massimo un po’ di cordoglio chissà quanto sincero, ma certo nessuno si è inginocchiato alla memoria di Davide.
Sì, i giornali hanno dato notizia della morte violenta di questo dottorando italiano della Columbia University, ma nemmeno con tanto dolore. Contabilità omicida e basti così.

 


Eppure è una storia che meritava di essere raccontata e commemorata. Perché non stava scritto da nessuna parte che un figlio della nostra terra dovesse morire in quella maniera. Ma è successo. Chissà, magari era scritto e noi non ce ne eravamo accorti.
Ma quel che manca sono la lacrime vere di un popolo. Perché la sottovalutazione di quella tragedia ha avuto una qualche eco sui social, lì si è avvertita l’indignazione. Però che vergogna la distanza delle istituzioni da quelle esequie. C’era il sindaco, e ci mancherebbe, ma non basta.
Nessun ministro, nessun sottosegretario ha voluto ricordare e onorare Davide Giri come si sarebbe dovuto fare. Una forma di reticenza assurda.

 

 

Hanno scritto su Facebook che forse essa è dovuta al fatto che Giri è stato ucciso da un uomo di colore e non è politicamente corretto, in questi tempi ipocriti di piatto conformismo, accusare un nero (anche se uccide un italiano). Per Floyd tutti in piedi (o inginocchiati). Per Giri, nessuno. Quando succede questo, è difficile non gridare alla vergogna. Perché sembra che si abbia timore di onorare un nostro connazionale ucciso dalla brutalità di razza al contrario. Non era difficile andare a rendergli omaggio. Non hanno voluto.