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Berlusconi ci prova davvero. E per il Colle punta dritto sui grillini

Francesco Storace
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Mica è detto che a Silvio Berlusconi non riesca il colpaccio. Se davvero tutto il centrodestra ne sostiene l’ambizione di salire al Colle, i conti che in queste settimane si fanno e si rifanno ad Arcore lasciano ben sperare il padrone di casa. Che comunque conterà e riconterà deputati, senatori e grandi elettori regionali fino alla fine perché non ha alcuna voglia di farsi del male se l’obiettivo non dovesse essere realmente a portata di mano.
 

 

Berlusconi sa anche che finora la sinistra ha evitato di attaccarlo frontalmente perché Enrico Letta e compagnia – incluso Giuseppe Conte – pensano di essere in presenza della classica ammuina. Ma non appena i giochi si faranno seri, le cannonate si sprecheranno. Comunque, la strategia del Cavaliere è compulsiva, uomo su uomo e l’ha delineata il titolone di prima pagina del Giornale. I grillini? Li braccherà uno ad uno, è l’unico che li può garantire, dice affermando che non si tratta di un paradosso. Il ragionamento del Cavaliere ha un suo perché. I candidati big al Quirinale sono tre: Sergio Mattarella, Maro Draghi e lui stesso. Mattarella ha giustamente già detto che non intende ricandidarsi. Se Draghi va al Colle, l’ipotesi più probabile sono elezioni anticipate con la fine della legislatura e l’addio alla pensione per una marea di parlamentari di primo conio.
 

 

Berlusconi è pronto a garantire – concavo e convesso come un tempo – di non toccare il Parlamento fino all’ultimo giorno di legislatura. E i neofiti delle Camere arriverebbero così anche al fatale settembre 2022 quando, il giorno 24 di quel mese, scatterebbe la data fatidica per riscuotere l‘agognato vitalizio, sia pure contributivo.
Riuscirà lo schema? C’è da capire se Lega e Fdi scelgono il Colle per lui subito e Palazzo Chigi domani oppure se fremono per il voto immediato. Il che potrebbe avere riflessi sullo scrutinio segreto per il Quirinale. Ci ragionino bene.