
Sos di Enrico Letta: gli hanno ridotto il campo largo che sognava

Aiuto, al povero Enrico Letta si restringe il campo largo che sognava per vincere le politiche. Ma uno dopo l’altro rischia di perdere tutti gli alleati. Già è alle prese con la voglia di Leu di entrare nel Pd per il terrore dello sbarramento: l’estrema sinistra farà la fine dei famosi “indipendenti” di un tempo.
E ora si pattina. Da Zan al Quirinale
Voleva mettere assieme Carlo Calenda e i Cinque stelle ma riceve pernacchie da entrambi, che di allearsi non ne vogliono sapere “se ci sono gli altri”. Il motivo vero è non perdere il potere di ricatto, fondamentale nelle sgangherate coalizioni della politica odierna. Gli è andata male, al segretario del Pd, anche la partita della riabilitazione di Matteo Renzi, che è rimasto il birbante di un tempo e che adesso tutta la sinistra – persino Luigi Di Maio! – vuole spingere nelle braccia di un centrodestra che comunque farebbe bene a non essere troppo schizzinoso.
Si chiama ricatto e lo firma Luigi Di Maio
E con questi chiari di luna, Letta voleva tentare pure la strada della coalizione Ursula, modello Unione Europea, per accalappiare Forza Italia. Ma a Berlusconi piace comandare e non farsi infinocchiare e ha capito che con il Pd non c’è alcuna strada da fare se non quella contingente del governo di Mario Draghi. Insomma, si può dire che con il naufragio al Senato sulla legge Zan, Enrico Letta è stato messo a nudo e non è un grande spettacolo, diciamo… E ora per il Quirinale a sinistra ci sono solo nubi e rischiano di rompersi l’osso del Colle… Per la prima volta, dal Pci in avanti, rischia di rimanere fuori dai giochi e non decidere chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica. A Letta resteranno le bandierine in mano, tra patrimoniale e ius soli, che resteranno idee di minoranza nel Paese e anche in Parlamento. Succede quando pensi di essere invincibile: ma non basta qualche sindaco in più per dominare la politica italiana.
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