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Paga il Pd per il fallimento del Monte dei Paschi di Siena?

Francesco Storace
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Tre sono gli obiettivi di una qualunque trattativa riguardante il Monte dei Paschi di Siena: salvaguardare migliaia di lavoratori a rischio esubero per una gestione dissennata della banca; evitare di far sparire un marchio storico; rinunciare ad ogni ipotesi di cosiddetto “spezzatino” dell’istituto. Tutto questo costa. E lo Stato rischia di non trovare acquirenti per la Banca rossa che paga decenni di egemonia comunista sui conti del Monte. Prova ne sia il fallimento della trattativa con Unicredit. È credibile che possa arrivare un altro interlocutore disposto ad accollarsi miliardi di euro sulle spalle? Qui sta il nodo.

 

 

Ormai non si contano più le decine di miliardi di Stato, cioè del contribuente, ingoiati dalla banca. E altro denaro sarà sborsato con la ricapitalizzazione che lo Stato dovrà attivare dopo la proroga che supplicherà all’Unione europea per avere più tempo rispetto alla scadenza di fine anno. Miliardi che servirebbero ad altre finalità. E invece no. In tutto questo spicca il silenzio – salvo farfugliare qualcosa di incomprensibile - dei principali attori: il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro dell’economia Daniele Franco, il segretario del Pd Enrico Letta.

 

 

Quest’ultimo ha sulle spalle il maggior carico di responsabilità politiche. Ha persino beffato i cittadini senesi assicurando una soluzione per il Monte, facendo rinviare ogni trattativa, ottenendo di concluderla dopo il voto. Un capolavoro. La sinistra dovrebbe cominciare a scusarsi per quanto ha combinato con la banca di Siena, usata per interessi politici che sono andati a cozzare con le logiche che presiedono al governo del denaro di un istituto di credito. È un’indecenza che qualcuno prima o poi dovrà essere chiamato a rendere conto. In questo paese è capitato di vedere alla sbarra amministratori locali magari per spese improprie, ma nulla accade per uno scandalo gigantesco come quello del Monte dei Paschi di Siena, finito in un intreccio rosso che fa paura.