
Sarà il Pd ad inginocchiarsi a Conte dopo che sarà stato fatto fuori Beppe Grillo

Giuseppe Conte vuole che tutti si inginocchino a lui e non certo in omaggio all’ideologia dominante.
Attacca Beppe Grillo, ma la sua voglia sfrenata di dominio lo porterà anche all’assalto del Pd, che sta cascando in maniera ignominiosa nella trappola.
A dimostrarlo è proprio la lite con il fondatore del movimento, che ha tratti davvero incredibili. Perché siamo all’irriconoscenza senza limiti, all’ingratitudine rivendicata.
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In fondo, i Cinque stelle sono nati proprio dalla sciagurata intuizione del Capo. Sono entrati in Parlamento grazie a lui e a Roberto Casaleggio. E poi sono andati al governo, Conte compreso e addirittura col ruolo di premier.
E lui, Giuseppi, che fa? Vuole pieni poteri e scaraventa al muro ogni ipotesi di guida a nome Beppe Grillo.
Può darsi che faranno (finta) pace, ma una cosa appare certa: Conte è innamorato solo del potere e se conquisterà davvero il Movimento, poi toccherà al Pd, checchè ne possa pensare Enrico Letta.
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E non è casuale che nel Pd i più avveduti stiano lanciando segnali di avvertimento al vertice del partito. Un conto sono i linguaggi mutati, le politiche stravolte per catturare l’elettorato grillino, altro è finire da prigionieri nella morsa di Giuseppe Conte.
Qui sta il dilemma per i dem. Partiti dal miraggio della vocazione maggioritaria di Walter Veltroni, si sono ridotti a inseguire alleanze tra partiti che in comune hanno solo l’avversione (temporanea nel caso dei grillini) per il nemico. Un po’ poco per vincere le prossime elezioni politiche.
La cosa più probabile, in queste condizioni, sarà che al caos in casa Cinque stelle seguirà il conflitto interno al Pd. E se Conte dovesse arrivare addirittura a creare un altro partito, i cocci sarebbero difficile da mettere a posto. Non bastava la scissione di Matteo Renzi…
I guai sono come gli esami: non finiscono mai. Per allearsi con Conte dovranno inginocchiarsi.
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