
Chi semina zizzania tra governo e regioni non fa il suo dovere contro il Covid

I giornaloni non si possono davvero leggere in questi giorni. Ormai non si nascondono più e scrivono sfrontatamente cose da pazzi.
Il dissenso manifestato dalla Lega sul decreto Covid che riapre poco e mantiene un coprifuoco ormai incomprensibile è noto. E ogni giorno emergono dettagli su quel provvedimento che motivano ancora di più il no di Matteo Salvini, altro che cabina di regia…
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Ma quel che è più grave, è il tentativo di ricondurre tutto a conflitto politico, di partito. Che se pure fosse rientrerebbe nel diritto a sapere tutto e a condividere solo quello di cui si è convinti.
C’è altro, però, che è davvero maldestro. Affiora persino il tentativo di spacciare la protesta delle regioni, stavolta completamente ignorate dal governo Draghi, come manovra di parte. Ed è semplicemente allucinante.
Sul Corriere della Sera, Massimo Franco è arrivato a sfoggiare un linguaggio d’altri tempi: spingersi a parlare di “braccio armato” a proposito delle posizioni comuni assunte dalla Lega e dalla Conferenza delle regioni è qualcosa che sembra essere scritto sulla Luna. Anche Michele Emiliano manovrato da Matteo Salvini?
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Questi giochi di Palazzo in cui si infila la cosiddetta grande stampa puzzano d’antico e sembra la classica semina di zizzania che poco si conviene in tempi di lotta al Covid. Perché sembrano precedere altre manovre tese a ridurre l’autonomia del territorio. Tanto più nel momento in cui tutte le regioni si muovono all’unisono.
Dove si vuole arrivare? Tra Regioni e Governo – che il titolo quinto della Costituzione voluto dalle sinistre mette sullo stesso livello – c’è un confronto sul merito di misure che sono contestate. Affermare che ci si muove per logiche di partito è pericoloso, perché si getta altra benzina contro le istituzioni.
Occhio, che poi si rischia di arrivare sempre più e nessuno si salverà. Perché poi la polemica potrebbe davvero diventare devastante. Per tutti e nessuno escluso. Con le regioni il governo deve parlarci e non ignorarle.
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