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Da Borghi a Salvini la richiesta al governo è di rispettare gli italiani

Francesco Storace
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Claudio Borghi non la manda a dire. E sui social è scatenatissimo. E arrabbiatissimo.

Perché se è vero che ha tormentato il governo Conte 2 per le libertà sottratte agli italiani, non vuole che si cada negli stessi errori con Mario Draghi.

Al quale chiede solo una cosa: di portare le sue decisioni in Parlamento, per far sì che ognuno le valuti alla luce del sole e per rispetto degli italiani.

La posizione dell’esponente leghista non è isolata. Forse ha il “difetto” di essere quella più esplicita. Ma certo non dissimile da Matteo Salvini che pretende chiarezza sui dati da cui si fanno dipendere aperture e chiusure.

L’ala rigorista del governo, Roberto Speranza e Dario Franceschini su tutti col supporto del redivivo Enrico Letta, sta davvero puntando ad esasperare i cittadini. Stanchi da un anno di misure sempre uguali, gli italiani si chiedono perché si insiste. E che cosa c’è di male ad andare in ristoranti che applichino i protocolli stabiliti.

Ecco, Borghi dice di volere “una discussione approfondita su decisioni che toccano la vita di milioni di italiani”. Invece, “è tutto demandato ai tecnici, nelle cui cabine di regia nemmeno si raggiunge l’unanimita’”.

E' quanto vuole ottenere lo stesso Salvini, e per questo la sinistra lo attacca: chi si vuole nascondere dagli occhi degli italiani accusa il leader della Lega di fare propaganda. Quando invece è vero il contrario: a sbagliare sono proprio i difensori a oltranza del lockdown.

E non è casuale che Draghi stia mandando a casa uno dopo l’altra quei “tecnici” che la sinistra idolatrava. Ma ci sono ancora troppi impiastri che rendono complicato il cammino del governo per uscire dalla pandemia e dalla crisi economica.

Non è questione di voti, ma di serietà nell’affrontare un virus che il precedente governo aveva trattato con troppa superficialità. Tra primule e banchi a rotelle abbiamo fatto ridere il mondo mentre le nostre famiglie piangevano per i lutto. Ed è bene che ci sia nella maggioranza di governo chi non ci sta a fare come allora.