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La sinistra orfana di Zingaretti adesso si ciba di sardine

Francesco Storace
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Chiudiamo gli occhi. Tappiamoci le orecchie. Dormiamo tutto il giorno. Passeranno anche queste giornate in cui al Nazareno l’unica zona rossa di Roma è quella davanti al portone d’ingresso della sede del Pd. Sono arrivate le sardine e questo già fa ridere con i loro minacciosi sacchi a pelo. 
I Prodi giovanotti che vorrebbero dare una mano si sono organizzati per risollevare le sorti del partito lasciato solo da Nicola Zingaretti.
E’ molto triste rivedere il solito Mattia Santori con qualcuno dei suoi aficionados andare a bussare al portone, citofono Bettini, per cercare di capire come riprendere la gloriosa marcia rivoluzionaria. O li avrà mandati da Bologna Stefano Bonaccini?

 

Qui il problema non sono più le dimissioni del Capo, che si è stufato dei compari che aveva attorno. Ma il fatto che ci sia un movimento prefabbricato per tutte le occasioni difficili e che ogni volta si rifà vivo, ma senza alcuna speranza di riuscire nell’intento salvifico che annuncia urbi et orbi.
Le parole sono sempre le stesse, “allargare il campo progressista” e quello che può offrire il vocabolario rosso, senza offrire alcun elemento di fascino a chi guarda allo spettacolo.
Le Sardine occupano il Nazareno, sia pure simbolicamente, e uno si aspetta una mobilitazione di polizia con urlo di sirene. Invece niente, la presidente del partito, Valentina Cuppi – resa famosa da Zingaretti – riceve i baldi giovani, offre loro caffè e pasticcini, le telecamere immortalano l’epica scena della strigliata al partito.

 

Siamo in Italia, nel cuore della Capitale, laddove Zingaretti ha deciso il clamoroso gesto dell’abbandono. Che nel Pd non è manco una novità, ci fosse stato un solo segretario del partito ad aver completato il suo mandato…
In casi del genere la pandemia non conta, non si citano i morti di Covid, loro possono fare tutto quello che vogliono. Ma davvero la sinistra si illude così di poter tornare a vincere, con i figli di papà che giocano alla parte dei più responsabili dei dirigenti?