
Come Salvini e Berlusconi hanno scatenato il panico tra Pd e Cinque stelle

Chi cercava controprove sull’effetto governo alla decisione di Lega e Forza Italia di sostenere Draghi ha materiale abbondante di lettura.
Quello che sta succedendo nei Cinque stelle e nel Pd è davvero incredibile. Si stanno spappolando da soli.
I grillini, ad esempio, col vertice del mistero sul coinvolgimento di Giuseppe Conte. Cioè, discutono se farsi capeggiare da un premier che ha fatto alleanze praticamente con tutti e che ha fallito alla prova dei fatti: cacciato da Matteo Renzi col suo 2 per cento, gli sono mancati i “responsabili”. E ancora fiata...
Ancora più paradossale quello che succede in casa di Nicola Zingaretti.
“Mai con i Cinque stelle”. “O Conte o voto”. Il leader Pd è passato senza problemi all’alleanza strutturale con i Cinque stelle al punto da dare il buon esempio reclutandoli nella sua giunta del Lazio.
Al Viminale il problema si chiama Scalfarotto e non Molteni
E poi ha mollato le due opzioni su Conte e sul voto rifugiandosi nell’esecutivo di Draghi dove non ha potuto neppure fare il ministro, sennò sarebbe toccato anche a Matteo Salvini.
E tanto per non farsi mancare nulla, Zingaretti è riuscito a litigare con le donne del partito per le scelte di governo su ministri e sottosegretari e adesso la rissa si sposta pure sulla voce segreteria di Andrea Orlando, che è pure ministro del Lavoro.
Gli toccherà la sfida congressuale contro gli ex renziani tornati renziani, che saranno capitanati da Stefano Bonaccini contro Nick.
Un capolavoro, insomma.
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Alla fine hanno avuto ragione Salvini e Berlusconi, la cui mossa ha seminato il panico dall’altra parte del campo, con ferite che saranno difficile da rimarginare.
Certo, poteva andare meglio, ma in politica è sempre così. E se ci sarà l’attesa svolta sulla campagna di vaccinazione ed un’accorta gestione dei fondi europei, sarà un trionfo. Chi si ostina a non capirlo, non conosce la politica e ne parla a vanvera.
Questa sinistra anti Bonaccini ce l'ha con Mattarella