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Nicola Morra, lite col Pd su Palamara: nessuno è più disponibile a dargli retta

Francesco Storace
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Nicola Morra torna ad alzare la voce. Incurante delle richieste di dimissioni, il presidente della commissione antimafia resta incollato alla poltrona e va avanti col suo lavoro nonostante le vistose assenze dai lavori dell’organo bicamerale di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. E nonostante l’indagine aperta sul suo conto per la diffamazione di Jole Santelli, la scomparsa presidente della Calabria.
Ovviamente non si fa mancare nulla e riesce persino a litigare con chi trova, in questo caso il Pd.

 

 


Argomento, Luca Palamara. Morra ha posto all’ordine del giorno della commissione la convocazione dell’ex presidente dell’Antimafia, e questo ha scatenato l’inferno in commissione con i suoi compagni di sinistra.
E’ straordinario il resoconto della commissione. “illustra la sua proposta di convocare il dottor Luca Palamara, gia` Consigliere Superiore e Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. L’audizione, che potra` svolgersi soltanto nel puntuale perimetro della materia di pubblico interesse di competenza della Commissione, potra` presumibilmente aver luogo considerando il 23 febbraio come prima data utile.
Sull’opportunita` di programmare l’audizione del dottor Luca Palamara, si apre un acceso dibattito cui prendono parte i senatori MIRABELLI (PD) ed ENDRIZZI (M5S) nonche ́ i deputati MIGLIORE (IV) e Piera AIELLO (Misto).
Il PRESIDENTE offre precisazioni”.
Già il fatto che un resoconto parlamentare accenni ad un “acceso” dibattito lascia immaginare che cosa possa essere accaduto. Si saranno ficcati le dita negli occhi.
Morra non è in grado di coordinare i lavori dell’antimafia, il Pd non tollera che si parli ancora di Palamara. Risultato: la paralisi.

 

 

 

L'audizione dell'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati secondo Mirabelli è «inopportuna», e pertanto il Pd chiederà di ripensarci nel corso della prossima riunione del Comitato di presidenza. Ma Morra fa già sapere che andrà avanti per la sua strada. Convocare Palamara è doveroso, dice, perché i fatti che racconta «rappresentano un quadro desolante nell'azione di contrasto alle mafie da parte della magistratura italiana».
Il problema di Morra è che però nessuno è più disponibile a dargli retta.