
Il presunto sabotaggio di Conte: è ora che “Giuseppi” si spieghi seriamente

Eppure una parola Giuseppe Conte la deve spendere per smentire (seriamente) le manovre contro Mario Draghi. Non basta la bancarella di fronte a Palazzo Chigi per testimoniare lealtà (tra l’altro in una maniera davvero ridicola).
Il tema c’è tutto, perché comunque fa parlare i giornali che non si possono sempre accusare di inventare notizie. Si citano anche le fonti e Conte deve semplicemente dire se è vero o no quel che va affermando in giro uno dei suoi cari “responsabili” o querelarlo. Perché ne va dell’onore della parola e della persona che la dà.
Il fallimento di Conte ha restituito centralità a Matteo Salvini
Sul Corriere della Sera, Francesco Verderami, ha messo nero su bianco quel che è venuto a sapere.
La sera dell’incarico a Draghi, proprio nelle ore del durissimo e drammatico appello lanciato dal Capo dello Stato Mattarella, il presidente del Consiglio uscente Conte stava “facendo di tutto” per sabotare l’ex presidente della Bce e in una telefonata al senatore Causin invitava a “tenere duro” dicendo: “Ho il controllo del Movimento, non voteranno la fiducia a Draghi e io tornerò al governo”.
Il senatore Causin conferma o smentisce quella telefonata? Oppure lo fa Conte? Perché non stanno le due parti in commedia: il tentativo di mandare a sbattere Mario Draghi e la promessa di volerlo aiutare al governo.
Su Draghi è la sinistra a brigare contro Mattarella
Su quel retroscena è un parlamentare di Italia Viva, Michele Anzaldi, a pretendere verità dal presidente del consiglio di una maggioranza che si è sbriciolata. Dice il deputato di Renzi: “Frasi molto circostanziate e difficili da smentire, che gettano una luce sinistra sul senso delle istituzioni di Conte e che contribuiscono a dare un’ulteriore spiegazione sul perché siamo arrivati alla crisi del suo governo, a maggior ragione dopo lo spettacolo imbarazzante visto con la dichiarazione in piazza Colonna che addirittura provava a dettare a Draghi condizioni in palese contrasto con le parole del Quirinale”.
Se le pressioni di Conte contro Draghi sono vere, siamo in presenza di una evidente incompatibilità tra lui e il suo successore. Perché non si può partire col sospetto di slealtà in un momento difficile per l’Italia.
Non regge l'argomento dei compagni di strada. Il governo Draghi meglio di quello Monti