
Umbria, Boccardo sulla Ricostruzione: "Un treno in corsa non va fermato. La Chiesa fa politica? Non viviamo fuori dal tempo"

Il cambio in corsa del commissario della Ricostruzione post terremoto è stato inopportuno. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto e Norcia, torna a criticare la scelta del governo guidato da Giorgia Meloni. A suo avviso interrompere il lavoro che stava portando avanti Giovanni Legnini, per passare il testimone al senatore Guido Castelli, è un errore: "Non vedo ragioni valide per questa interruzione che rischia di ritardare un processo che finalmente era decollato". Boccardo è netto: "Un treno in corsa non va fermato". Parole di una intervista concessa al settimanale La Voce e a Umbria Radio InBlu. Boccardo spiega che "le mie parole sono state interpretate come un attacco al Governo e questo ne fa una polemica del tutto gratuita. Sul cambiamento del commissario straordinario per la ricostruzione ho assunto una posizione critica perché farlo a sei anni dal sisma, quando finalmente le cose funzionano, mi sembra proprio un incidente". Ancora una volta promuove il lavoro di Legnini: "Abbiamo trovato nel commissario e nella struttura commissariale degli interlocutori competenti e decisi. Diversi intoppi burocratici sono stati superati. Tutto l’iter burocratico è stato snellito e velocizzato: opere pubbliche, case, luoghi di lavoro, piccole industrie lungo tutta la Valnerina. Tante operazioni si sono messe in movimento e sono giunte a conclusione. Questa è la preoccupazione: un treno in corsa non va mai fermato".
L'arcivescovo critica la nomina di Castelli: "Schiaffo ai terremotati". Zaffini: "Frasi incomprensibili"
L'arcivescovo inoltre racconta nei dettagli la sua telefonata al nuovo commissario, Guido Castelli: “Dopo tutto il can can che è venuto fuori, mi sono sentito in dovere di chiamarlo, fargli gli auguri di buon lavoro e dirgli che da parte mia non c’è alcun dubbio e nessuna critica sulla sua persona e sul suo operato. Anzi, gli ho assicurato la nostra collaborazione e il desiderio di continuare sulla linea che abbiamo sperimentato finora. Ho voluto chiarire proprio questo, distinguendo la persona e quello che faremo insieme, dalla modalità che in questo momento mi è sembrata un po’ inopportuna". Nel corso del colloquio non hanno parlato di priorità né di urgenze: "Ci siamo detti che dobbiamo incontrarci quanto prima, non appena lui entrerà nella nuova funzione e individuare insieme le modalità migliori per rispondere alle attese della gente. Questa dev’essere la preoccupazione di fondo, al di là delle appartenenze di partito, gruppo, sindacato, parrocchia o diocesi: dobbiamo confermare questa alleanza che va al di sopra degli interessi particolari e guarda al bene comune. Tutte le competenze, i desideri, le capacità devono avere quest’unico orientamento: rispondere bene e presto alle attese della gente”.
Il senatore Castelli: "Boccardo mi ha telefonato. Non ha niente contro di me"
Boccardo ha fatto anche il punto sulla ricostruzione nel territorio della diocesi di Spoleto e Norcia: “Abbiamo 362 chiese segnate dal terremoto. Qualcuna completamente distrutta: penso alla basilica di San Benedetto e alla cattedrale di Norcia, a San Salvatore a Campi e così via. Altre chiese sono danneggiate, in modo più o meno grave, ma comunque inagibili. Per quanto riguarda la nostra zona, la ricostruzione delle chiese è una priorità ma senza dimenticare che prima vengono le case e le piccole aziende che hanno subito danni ingenti dal terremoto e ne portano le conseguenze. Accanto alla ricostruzione materiale, poi, mi sembra importante e forse pure più urgente la ricostruzione del tessuto sociale. Il terremoto prima e la pandemia poi hanno segnato profondamente la vita sociale, quasi provocando un rinchiudersi su se stessi, sul proprio mondo e sui propri piccoli interessi. La sfida, sia a livello sociale sia ecclesiale, è quella di ritessere un tessuto di relazioni, di fiducia reciproca, di collaborazione e solidarietà. Il Papa ce lo ha ricordato con insistenza durante la pandemia: nessuno si salva da solo e ne abbiamo fatto esperienza”. Ultima battuta sul fatto che dopo le sue dichiarazioni ancora una volta la Chiesa è stata accusata di fare politica: "Ho ricevuto alcune mail molto aggressive con l’accusa di fare politica. È vero che noi come sacerdoti ci dobbiamo occupare di annunciare il Vangelo, ma non viviamo fuori dal tempo e dalla storia".
Se l'arcivescovo rompe il silenzio
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