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Vialli, il tumore al pancreas e l'operazione: "Primo sintomo l'ittero". Poi la chemio, la radio e "il maglione sotto la camicia"

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Era il 2017 quando Gianluca Vialli scoprì di avere "un ospite indesiderato". Il professor Alessando Zerbi, responsabile dell'unità operativa di chirurgia pancreatica all'Humanitas di Milano, rimosse il tumore al pancreas all'ex campione di Samp, Juve e Chelsea. "Fu un intervento tecnicamente riuscito", ha raccontato il medico a Gazzetta Active. Ma da allora la battaglia di Vialli non è mai finita. 

 

 

La patologia colpisce 14mila paziente l'anno (altre vittime illustre sono state Luciano Pavarotti e Steve Jobs) ed è attualmente la quarta causa di morte nelle donne e la sesta negli uomini, con una sopravvivenza a 5 anni di appena l’8%. Solo il 3% di chi si ammala riesce a sopravvivere 10 anni. La malattia si manifesta sotto diverse forme. La più comune è l’adenocarcinoma, ma in tutti i casi non si manifesta con sintomi riconoscibili. Per questo motivo uno dei problemi più grandi è la diagnosi, che molto spesso arriva quando il tumore è ormai in una fase avanzata e ha generato metastasi. Zerbi ha spiegato che il primo sintomo di Vialli è stato un ittero: ovvero l’ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi. 

 

 

Vialli in un'intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo raccontò degli otto mesi di chemioterapia e delle sei settimane di radioterapia e di aver girato "con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro".