
Vaticano, l'ora dei veleni. Il segretario di Benedetto XVI contro Papa Francesco: "Io prefetto dimezzato, rimasi scioccato"

Sepolto Benedetto XVI, ormai è guerra aperta nel Vaticano. "Nient'altro che la verità", il libro di Georg Gaenswein - arcivescovo tedesco, prefetto della casa pontificia e storico segretario del papa emerito - scritto insieme al giornalista Saverio Gaeta (Piemme), si annuncia come un vero e proprio uragano. Per ora sono state rese note soltanto le anticipazioni, ma sono già sufficienti per scatenare un vespaio. Gaenswein racconta il momento in cui nel 2020 è stato congedato da Papa Francesco da capo della Prefettura della Casa Pontificia. E' lo stesso segretario di Ratzinger a definirsi "un prefetto dimezzato" nel libro. Sostiene che il Pontefice gli disse "lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro. Rimasi scioccato". E Benedetto commentò ironicamente: "Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode...". Scrisse al Papa per intercedere ma nulla cambiò.
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Nel 2013, quando prese la decisione di rinunciare al Pontificato, Benedetto XVI, come avevano già fatto i suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, aveva già sottoscritto "una lettera di rinuncia" "nel caso non fosse stato più nelle condizioni fisiche o mentali per fare il Papa". Georg Gaenswein nel libro parla anche del caso Orlandi: "Non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste".
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Frecciata personale a Papa Francesco anche sulla scelta di abitare a Santa Marta: a suo avviso non è una questione di risparmio. "Gli spazi personali degli ultimi Pontefici" sono stati "equivalenti a quelli di Francesco nell'appartamento di Santa Marta". Sottolinea di riferirlo "senza alcuna polemica" ma vuole spiegare che non era corretto contrapporrre Papa Francesco e Papa Benedetto, per la diversa scelta dell'abitazione. Gaenswein spiega anche la necessità di mantenere il palazzo apostolico: "Per evitare il deterioramento delle stanze e delle suppellettili deve comunque venire tuttora curato, dunque in gioco non c'è per nulla la questione del risparmio economico, quanto appunto quella della psicologia personale". Del resto era stato lo stesso Papa Francesco a dire scherzando a un gruppo di Gesuiti di non volere vivere nel Palazzo apostolico "per motivi psichiatrici".
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