
Gaia Randazzo, la verità dalle telecamere del traghetto. La famiglia non crede all'ipotesi del suicidio per amore

Che fine ha fatto Gaia Randazzo? E' la domanda a cui sono chiamati a rispondere gli inquirenti che si occupano del caso della ventenne, originaria di Codogno e residente in provincia di Cremona. E' scomparsa nel nulla la notte del 10 novembre, mentre con il fratello di 16 anni era a bordo del traghetto della Gnv, partito da Genova e diretto a Palermo. Sul pontile è stata ritrovata la sua felpa, rinvenuto anche il cellulare, ma della ventenne non c'è traccia. Si indaga ad ampio raggio e i legali sono in attesa delle immagini delle telecamere di sorveglianza del traghetto per capire gli spostamenti. E' stato ipotizzato il suicidio, ma la famiglia è convinta che non si sia tolta la vita.
Il caso Capezzuti: sequestrata una pistola. In attesa del dna, verifiche sugli smartphone
La mamma Angela spiega che "aveva progetti per il futuro, era una salutista. Non si può dire che si è suicidata, tanto non c'è". Lei e il marito Rocco hanno fatto mille ipotesi, ma non quella del suicidio. La ragazza non dormiva in una cabina. Lei e il fratello hanno trascorso la notte sulle poltrone e quindi è impossibile che i loro movimenti non siano stati ripresi dalle telecamere, a patto che fossero in funzione. I legali vogliono la ricostruzione "qualsiasi essa sia".
Continua la ricerca nel fango dei quattro dispersi. Gli sfollati sono 280
Ma l'ipotesi del suicidio per questioni amorose, suffragata da un messaggio che sarebbe stato rinvenuto e che gli avvocati non hanno ancora potuto vedere. "Gaia chiedeva perdono a un suo coetaneo e secondo noi ciò viene collegato a un gesto estremo alla luce della sua scomparsa - sostengono i legali - ma è una frase che i ragazzi della sua età dicono sempre quando finisce una relazione ed era stata proprio lei a interrompere il rapporto".
Donna accoltellata e uccisa in casa dal marito, l'uomo si è costituito. La vicina: "Lui era violento"