
Terremoto Marche, il video di Ingv che spiega perché lo ha sentito tutta Italia

Il terremoto di magnitudo 5.7 registrato dalla Rete sismica nazionale alle 7.07 di ieri, 9 novembre 2022, al largo della Costa Marchigiana nel pezzo di mare di fronte alla provincia di Pesaro Urbino, è stato sentito in gran parte dell'Italia: dal Trentino sino alla Campania. Ma perché? Lo spiega molto bene l'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) con un video animato in cui viene ricostruita la propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto che in particolar modo ha creato nella Marche. Ma non solo come si intuisce anche dal video.
Nel video le onde di colore blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. L’intensità del colore è maggiore per spostamenti verticali più veloci. Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale. "Non si tratta di un’animazione artistica ma della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione. La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Esse, quindi, non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa" spiega Ingv nella nota a corredo del video. Da una prima interpretazione il fronte delle onde generate da questo meccanismo impatta maggiormente la regione a Sud/Sud-Ovest rispetto all’epicentro.
Terremoto, forte scossa percepita in tutta Italia: epicentro nelle Marche, magnitudo 5,7
Dal punto di vista storico, l’area costiera compresa tra Ancona e Pesaro è caratterizzata da sismicità locale abbastanza frequente e a volte rilevante. L’area ha risentito, inoltre, gli effetti di forti terremoti generalmente definiti “riminesi” (1672, 1786, 1916), anche se i loro epicentri potrebbero essere in effetti localizzati in mare al confine tra Romagna e Marche. La scarsa qualità dei dati strumentali – disponibili solo dal secolo scorso – non permette di stabilirlo con certezza nel caso dei terremoti più antichi; la presenza di questi terremoti e di altri lungo la costa anconetana e del Conero, almeno dalla seconda metà del Duecento, suggerisce che il fenomeno dei terremoti localizzati in mare, a poche decine di chilometri dalla costa marchigiana settentrionale, sia tutt’altro che raro.