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Alluvione Marche, approvato lo stato di emergenza. Draghi in visita nei luoghi del nubifragio: "Primo stanziamento da 5 milioni". Senigallia distrutta, l'esperta: "Assaggio del futuro"

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Sono nove i morti ufficializzati dalla Prefettura di Ancona dopo l'alluvione che si è abbattuto sulle Marche nella serata di ieri, giovedì 15 settembre. Ma il numero, purtroppo, è destinato a salire. Quattro i dispersi, di cui due minori. Una situazione drammatica. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera allo stato di emergenza per la Regione, con un primo stanziamento "da 5 milioni", ha detto il premier Mario Draghi. Lo stesso presidente del Consiglio ha parlato del numero dei decessi, che sono "dieci" (uno in più di quello che conta la Prefettura, ndr), con la situazione "in continua evoluzione". Draghi, che è intervenuto in conferenza stampa al termine del cfm, ha spiegato che "al termine della conferenza andrò nelle Marche per cercare di rendermi conto personalmente dell'accaduto. Il capo della protezione civile Curcio è sul posto da questa mattina per fornire tutto il sostegno. Grazie alla protezione civile, grazie alla Regione e ai sindaci protagonisti in prima persona della presenza dello Stato", ha aggiunto.

 

 

La drammaticità dell'evento la si comprende analizzando anche la quantità di pioggia caduta in poche ore: 400 millimetri, che non hanno avuto modo di essere assorbiti dai terreni, come ha spiegato a LaPresse Paola Pino D'Astore, consigliera nazionale della Società italiana di Geologia ambientale. "È stato un fenomeno atmosferico particolarmente violento al quale non si poteva essere preparati, un evento del genere non se lo aspettava nessuno. Tutta questa pioggia ora confluirà verso il mare, ma ci saranno anche danni al territorio, con smottamenti di cui già mi stanno arrivando notizie. C'è una fragilità del territorio, ma non è dovuta all'incuria, è dovuta anche alla siccità e al caldo eccessivo degli ultimi mesi. Cose come questa - prosegue - succederanno di nuovo, è un assaggio del futuro che purtroppo sarà, che non è possibile cambiare. I cambiamenti climatici sono fenomeni irreversibili, noi possiamo solo cercare di rafforzare i modelli di previsione e la pianificazione, cercando di migliorare la gestione del territorio. La politica dovrà avere un ruolo strategico, non da spettatore, investire di più su questo. Anche i cittadini devono fare la loro parte, devono tenersi informati e non possono pensare di vivere su un territorio su cui non accadrà mai nulla: tutti viviamo in questo assaggio di futuro".

 

 

Tra le zone più colpite c'è Senigallia, "una città distrutta", ha detto sempre a LaPresse, in lacrime, la titolare del ristorante Nana Piccolo Bistrot nel pieno centro storico. "Il mio ristorante è da buttare, ho perso tutto. Saranno entrati tre metri d'acqua, i miei genitori stanno spalando fango e acqua da questa mattina presto. Non so veramente come faremo. Tutti i nostri sacrifici sono andati persi. Non c’è nemmeno la corrente”.