
Siccità, parte del Paese rischia il razionamento dell'acqua anche di giorno

Non bastavano oltre due anni di drammatica pandemia da Covid. Non bastava la guerra. Non bastava la crisi economica, con l'aumento dei prezzi della benzina e il rischio di restare senza gas. Arriva l'ennesima piaga: la siccità. La mancanza di acqua sta mettendo in ginocchio parte del Paese. La pagano a carissimo prezzo in particolare agricoltori e allevatori, ma non solo loro. Fabrizio Curcio, capo del dipartimento di protezione civile, a Sky Tg24 annuncia che in alcune zone "non è escluso il razionamento dell'acqua anche nelle ore diurne". "Nelle prossime giornate, al massimo in un paio di settimane - ha spiegato Curcio - avremo chiare le misure da applicare e potremo dichiarare lo stato di emergenza. Ci stiamo lavorando con le Regioni che ci aiutano a capire le misure necessarie nelle aree più colpite. Una dichiarazione di emergenza generalizzata con requisiti che non riguardano tutti, non avrebbe alcun senso". Una cosa è certo e scontata: oltre che di gas e petrolio, il Paese ha bisogno di acqua. Le previsioni meteo prevedono altri giorni di caldo molto intenso, anche se in questa fase sarebbero necessarie precipitazioni intense e costanti. Curcio spiega che la pioggia caduta in Italia è il 40-50% in meno e si registra fino al 70% di neve in meno, mentre il Po ha portate fino a 80% di acqua in meno: "La generale carenza di pioggia nel paese in alcune aree è impattante su tutte le attività".
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