
Catania, Elena Del Pozzo è morta: trovato il cadavere della bambina rapita lunedì

Elena Del Pozzo è morta. Il cadavere della bambina che avrebbe compiuto cinque anni a luglio, di cui era stato denunciato il rapimento ieri a Tremestieri etneo, nel Catanese, è stato ritrovato questa mattina, martedì 14 giugno. I Carabinieri del comando provinciale di Catania si stanno recando sul posto. Il ritrovamento del corpo della piccola Elena è stato reso possibile in seguito alle pressioni degli inquirenti durante gli interrogatori che da ieri sono andato avanti senza sosta. La notizia del rinvenimento del cadavere è stato confermato dalla Procura etnea. E' stata la madre, Martina Patti, 23 anni, a far trovare il corpo della piccola vicino la loro abitazione di Mascalucia.
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Durante la notte le ricerche, le verifiche e gli approfondimenti erano andati avanti senza sosta. Elena, secondo quanto raccontato dalla madre, era stata rapita ieri da tre uomini incappucciati mentre le due erano in auto a Piano di Tremestieri Etneo. La donna ha raccontato, disperata e in lacrime, che stava facendo ritorno a casa, dopo avere preso la figlia all’asilo, quando tre persone incappucciate e una di loro armata di pistola hanno aperto la portiera della sua auto prelevando e portando via Elena. La Procura di Catania che ha aperto un’inchiesta aveva affidato le indagini ai carabinieri della Tenenza di Mascalucia, paese dell’hinterland dove mamma e figlia vivono. La ricostruzione fatta dalla donna agli investigatori - oltre a contatti, situazioni familiari, frequentazioni - era stata più volte approfondita per cercare di trovare la soluzione in tempi, appunto, stretti. Per tutta la notte e durante le prime ore della mattinata sono state sentite persone per provare ad avere informazioni. Per Procura e carabinieri, il sequestro è un giallo: fin da subito è stata esclusa la pista della criminalità organizzata, così come quella del riscatto. Così ogni ipotesi è rimasta sul tavolo degli inquirenti. I genitori, che sembra non siano al momento conviventi e i familiari di Elena sono stati ascoltati più volte dai militari dell’Arma. Ma le ricostruzioni della madre sono apparse "poco credibili" agli investigatori, e a breve la donna verrà nuovamente interrogata sulla vicenda. "Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni presumibilmente confessorie", ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, all’agenzia Agi. Nel nuovo interrogatorio, infine, la madre ha confessato l’uccisione della piccola, senza però aver ancora spiegato come e perché.
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"Sono sconvolto. Appresa la notizia sono scoppiato in un pianto a dirotto. È una notizia di una drammaticità unica che non avremmo mai voluto apprendere", dice il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra. Il parroco di Massannunziata e rettore del santuario di Monpilieri, Padre Alfio Privitera, afferma che adesso "c’è un angelo in paradiso e poi c’è o una mamma che non stava bene psicologicamente o qualcuno ha combinato qualche pasticcio. La nostra società ha gli eroi e i disgraziati. Che questa vicenda - aggiunge- diventi un motivo per riflettere sul valore della vita e sull’assistenza da dare alle persone che non stanno bene con la testa". "Non capiamo come sia stata possibile una cosa del genere, il rapimento era impensabile, chi poteva immaginare quanto avvenuto?". Lo afferma Giovanni del Pozzo, nonno paterno della piccola Elena. "Sembra tutto molto strano - aggiunge - La madre era un tipo molto chiuso. Adesso - conclude - chi è stato a compiere un gesto del genere deve pagare così come altre persone, eventualmente, l’avessero aiutata". La nonna paterna Rosaria Testa, invece, ha ricordato Elena come "una bimba meravigliosa. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati, non avevamo ragione di non credere. Quando i genitori hanno litigato la piccola non voleva andare via da casa, un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani. Quella mattina - ricorda la nonna in lacrime - l’ho accompagnata a scuola e le ho detto nessuno ti vuole bene più di me. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto. La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina...". La zia Martina Vanessa Del Pozzo, sorella del padre, ha detto che "Martina Patti voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina ma fortunatamente fu scagionato completamente. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: non fare lo sbirro, attento a quello che fai. Mio fratello non sa nulla di nulla. A questo biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena. La madre - aggiunge - disse che quelle persone incappucciate avevano fatto riferimento al biglietto dicendo non ti è bastato il biglietto? Digli a tuo marito che questa è l’ultima cosa che fa: a sua figlia la trova morta". Strazio e lacrime dei familiari al passaggio del carro funebre con la bara del corpo della piccola Elena. Il nonno paterno ha seguito il carro funebre, appoggiandovi la mano, per diversi metri urlando "Angelo mio, Angelo mio".
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