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Caro carburanti, in 6 mesi gli italiani hanno speso 9 miliardi in più, 347 euro a famiglia

Christian Campigli
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Nove miliardi bruciati. In appena sei mesi. Una vera emergenza, che sta mettendo in crisi un intero Paese. Stritolato tra le conseguenze di una guerra dai risvolti imprevedibili, un numero imprecisato di speculatori senza scrupoli e un governo che ha profondamente sottovalutato il problema. E si è mosso con colpevole ritardo. La continua ed inarrestabile escalation dei listini di benzina e diesel ha rappresentato per gli Italiani un autentico salasso: nove miliardi in centoottantadue giorni. Nello stesso periodo, lo Stato ha incassato oltre venticinque miliardi di euro, a titolo di Iva e accise.

 

 

Numeri incredibili, resi noti questa mattina da un'indagine condotta dall’associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal Centro Ricerca e Studi di Alma Laboris Business School. L'impennata dei listini è iniziata lo scorso ottobre, quando la verde ha sfondato la soglia di 1,7 euro al litro. Considerando il parco veicolare italiano (come ricorda l'agenzia di stampa AdnKronos), i prezzi dei carburanti e una media di due pieni e mezzo ogni trenta giorni, emerge che i nostri connazionali, tra ottobre 2021 e marzo 2022, hanno utilizzato oltre 23,5 miliardi di euro per i rifornimenti di benzina, 21,1 miliardi per il gasolio, per un totale di 44,7 miliardi. Nello stesso semestre dell’anno precedente i cittadini avevano consumato 35,6 miliardi di euro. Calcolatrice alla mano questo significa che, negli ultimi sei mesi, sono stati spesi 9,031 miliardi di euro in più, pari a 347 euro a famiglia. Un vero e proprio incubo.

 

 

La ricerca di Alma Laboris si è soffermata anche sulla componente fiscale e ha analizzato gli introiti incamerati dall'erario. “Dall'elaborazione dei dati pubblici, e in base alle proiezioni sul parco veicolare italiano, da ottobre a marzo lo Stato ha incassato 8,1 miliardi di euro con l’Iva sui carburanti, 17,2 miliardi con le accise, per un totale di 25,3 miliardi di euro – ha affermato l’amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso – Mentre il peso delle accise è rimasto invariato rispetto al 2021 (0,728 euro su ogni litro di benzina, 0,617 euro sul gasolio) le entrate garantite dall’Iva sono aumentate grazie ai rincari alla pompa, e hanno determinato per le casse statali un tesoretto aggiuntivo che sfiora 1,7 miliardi di euro in soli sei mesi”. Non va poi dimenticato che agli aumenti diretti (quelli cioè relativi al pieno dell'auto o della moto), vanno aggiunti quelli indiretti. In Italia circa il 90% delle merci viaggia su gomma. Se per riempire il serbatoio servono oggi ottocento euro, rispetto ai cinquecento di settembre, i margini dei camionisti si dimezzano. Ben presto i contratti con la grande distribuzione verranno rinegoziati. Con logica e drammatica conseguenza che i prezzi al consumo aumenteranno a loro volta. Un autentico salasso per gli Italiani. Stretti tra una guerra incomprensibile, un numero imprecisato di speculatori e un governo che è intervenuto per arginare il fenomeno con colpevole ritardo.