
Parlamento, il 2022 segna un sussulto nella riappropriazione di un ruolo che sembrava molto sfumato

La marginalizzazione del Parlamento è un dato politico-istituzionale degli ultimi tre decenni, diventato ancora più netto in periodo di pandemia. Tuttavia l’inizio del 2022 ha segnato un sussulto nella riappropriazione di un ruolo che sembrava molto sfumato. Complice sicuramente la fisiologia politica, con uno schema di unità nazionale non sempre facile da tenere in equilibrio, vista la dialettica sia tra i partiti che lo sostengono, sia tra questi e l’Esecutivo. Dunque, ci sono alcuni fatti che, se letti in successione, segnano una discontinuità rispetto all’anestesia delle Camere.
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Il primo avvenimento è sicuramente l’elezione del Presidente della Repubblica. Qui, mentre i leader delle forze politiche si trovavano avvitati in una trattativa inefficace che bruciava nomi su nomi, alla Camera il responso quotidiano dei Grandi Elettori faceva pian piano gonfiare l’onda in favore del Mattarella bis: giorno dopo giorno sempre più consensi, fino alla presa d’atto, da parte dei capi partito, che quella sarebbe stata la soluzione ottimale per facilitare un prosieguo del cammino del governo. Altra vicenda, il Milleproroghe. L’aggancio ritrovato del centrodestra ha reso possibile, nel passaggio del provvedimento nelle commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio della camera, il mantenimento a duemila euro sul tetto all’utilizzo del contante. Una decisione completamente autonoma dell’organismo parlamentare, a fronte del parere contrario dell’Esecutivo sull’emendamento.
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L’ultimo capitolo è l’ok trasversale all’ordine del giorno della Lega che impegna il governo a fissare l’election day, accorpando elezioni amministrative e referendum sulla giustizia. Anche in questo caso, trapelava una intenzione contraria da parte del ministro dell’Interno Lamorgese. Insomma, se troppo spesso un istinto politico dei governi concepisce il Parlamento come una sorta di convertificio dei decreti questa concatenazione di fatti costituisce un sussulto di dignità dell’organismo rappresentativo.
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