
Caccia, le accuse dell'Enpa: "Uccisi per divertimento milioni di animali. Politici schiavi dei voti dei cacciatori". Le Regioni bocciate
La stagione venatoria si è chiusa ufficialmente, ma l'Enpa, l'Ente Nazionale Protezione Animali Onlus, non risparmia le polemiche. Anzi, punta il dito proprio al termine dell'annata di caccia. "Purtroppo - spiega in una nota - non cessano gli escamotage per consentire al popolo delle doppiette di imbracciare comunque i fucili, complici le regioni che violano la legge nazionale 157 del 1992, le sentenze di Tar e Corte Costituzionale e i pareri scientifici". Secondo l'Enpa "neanche gli incendi devastanti che hanno ucciso milioni di animali e distrutto habitat di fondamentale importanza per la biodiversità hanno indotto le regioni a fermare la caccia o a posticiparne l'apertura. Come ogni anno - spiega la nota - Enpa, con le associazioni ambientaliste e animaliste, è dovuta intervenire per fermare questo scempio".
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L'associazione, secondo cui sono stati uccisi milioni di animali per puro divertimento, assegna la maglia nera a Veneto, Toscana, Marche, Sardegna, Sicilia e Abruzzo: "In queste regioni siamo stati costretti a presentare numerosi ricorsi al Tar. Record negativi anche per Lombardia, Liguria, Campania e Calabria, bocciate dai Tar regionali per aver consentito calendari illegittimi, calpestando le indicazioni del Ministero dell’Ambiente, dell'Ispra e dell'Unione Europea, in particolare per la tortora, specie in gravissimo declino numerico". "Ogni anno – continua Enpa - mentre la crisi del Pianeta, con i cambiamenti climatici, la cementificazione, l'inquinamento e la distruzione degli habitat, avanza, regioni e politici elargiscono favori alla caccia, alimentati dall’allarmismo sulla fauna selvatica, con concessioni palesemente illegittime e fotocopia di quelle già bocciate dalla Giustizia, il tutto per non perdere una manciata di consensi".
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"Ci auguriamo che amministratori e funzionari paghino finalmente di tasca loro gli abusi perpetrati nel corso degli anni. Invitiamo le istituzioni a rispettare la legge nazionale 157 del 1992, mai applicata nella sua interezza ma che il fronte pro caccia vorrebbe stravolgere, cominciando dalla gestione faunistica, attualmente caratterizzata dallo sparo libero e svuotata dei contenuti scientifici e priva di metodi ecologici.”
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