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Paolo Calissano, chi è l'attore trovato morto in casa. Ipotesi overdose e la sua drammatica storia

Christian Campigli
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Una vita di successo. Un bel lavoro, tanti soldi, circondato da donne che, la maggior parte degli uomini può solo sognare. Eppure quell'esistenza patinata nascondeva un malessere profondo. Una difficoltà insormontabile nell'essere felice. Nel trovare un equilibrio. Un fiume in piena, che solo droga, alcool ed eccessi di ogni tipo riuscivano a placare. Almeno fino alla dose successiva. È stato trovato morto nella sua casa a Roma nord l'attore genovese Paolo Calissano, celebre volto di serie televisive di successo. Dalla Dottoressa Giò a Linda e il Brigadiere, fino a Vivere, la soap che lo fece conoscere al grande pubblico, ribattezzata dai migliaia di fans la “Beautiful made in Italy”. A dare l'allarme è stata la sua fidanzata, che non riusciva a mettersi in contatto con lui. Quando i carabinieri e il personale sanitario sono giunti nell'abitazione, il cinquantaquattrenne era già deceduto.

Secondo gli inquirenti, il corpo era già in stato di decomposizione, segno che l'uomo era morto da qualche giorno. Nell'appartamento sono state ritrovate, sia in flaconi che sparse per terra, numerose pillole di psicofarmaci, con cui curava la depressione. Il suo mal di vivere. Gli inquirenti ipotizzano che il decesso sia dovuto a un'overdose di farmaci, ancora da accertare se fortuita o volontaria. L'autopsia metterà fine alle incertezze. Un bello dannato, finito nel corso degli anni alla ribalta della cronaca per vicende legate alla droga. Nel 2005 una donna brasiliana, Ana Lucia Bandeira Bezerra, venne trovata morta nell'appartamento dell'attore. Aveva inalato una quantità eccessiva di cocaina. Arrestato con l'accusa di averle ceduto la droga, fu condannato a quattro anni di reclusione, che scontò nella comunità per tossicodipendenti "Fermata d'Autobus", di Trofarello, piccolo comune nei pressi di Torino.

Nel 2008 una nuova discesa negli inferi: coinvolto in incidente stradale, risultò positivo alla polvere bianca. E così fu immediatamente ricoverato nella divisione psichiatrica dell'ospedale San Martino di Genova, con sudorazione fredda e dolore al petto, dovuti all'uso dello stupefacente. “La mia vita è stata bella, divertente e a tratti entusiasmante – raccontò in un'intervista del 2012 - Ma sempre contraddistinta da una grande solitudine, che mi ha portato a fare degli errori, anche gravi. Avere intorno molte donne non significa essere amato. Io ho amato molto, ma non sono certo di essere mai stato ricambiato. O forse sì, ma non me ne sono accorto come avrei dovuto". Figlio di un ufficiale dell'aeronautica militare e di una nobile, Mercedes Galeotti dè Teasti dei conti di Mantova, Calissano iniziò a lavorare negli anni Ottanta in uno spot televisivo, per poi perfezionare la tecnica di recitazione alla School of Arts dell'università di Boston. Un eterno sali scendi. Una fragilità tanto profonda quanto impercettibile all'esterno. Sempre alla ricerca della serenità e dell'equilibrio, intravisti nella cocaina prima, negli psicofarmaci poi. Un errore di valutazione, che alla fine gli è costato la vita.