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Palermo, usura e mafia: 10 arresti. Coinvolta anche una funzionaria di Riscossione Sicilia

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Dieci arresti questa mattina a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata all’usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Questo il bilancio dell’operazione congiunta di carabinieri e guardia di finanza che hanno eseguito la misura cautelare emessa dal gip di Palermo su richiesta dei magistrati della direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. Undici gli indagati a piede libero. Fra gli arrestati un avvocato penalista palermitano che avvicinava le vittime segnalate da una funzionaria della società Riscossione Sicilia, quest’ultima indagata a piede libero. Nove degli arrestati sono in carcere mentre per il decimo sono stati disposti gli arresti domiciliari. Carabinieri e guardia di finanza hanno poi sequestrato preventivamente immobili e società per un valore di mezzo milione di euro. L’operazione di questa mattina ha coinvolto 70 militari della compagnia dei carabinieri di Bagheria e del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Palermo.

 

 

Tra gli arrestati di oggi spicca il nome di Giuseppe Scaduto, 75 anni, già capo del mandamento mafioso di Bagheria che, pur essendo agli arresti domiciliari, sovrintendeva al giro di usura e teneva i contatti con il braccio operativo dell’organizzazione grazie ad Anastasio Alcamo, 45 anni, anche lui imputato per associazione mafiosa. Entrambi sono stati arrestati questa mattina e portati in carcere in compagnia di Giovanni Di Salvo, 42 anni, considerato il capo operativo degli usurai, di Simone Nappini, 50 anni, intermediario ed erogatore dei prestiti alle vittime, e dell’avvocato Alessandro del Giudice, considerato dai magistrati della Dda promotore e procacciatore di clienti. Oltre a loro sono stati arrestati Antonino Troia, classe ’64 detto «Nino», Giovanni Riela, classe ’73, Gioacchino Focarino, classe ’52 detto «Gino», Antonino Saverino, classe ’55 detto «Nino». L’unico finito agli arresti domiciliari è Vincenzo Fucarino, 74 anni. Tutti sono coinvolti a vario titolo nell’associazione a delinquere.

 

 

Le vittime da far cadere nella rete degli usurai venivano individuate anche grazie alle soffiate di una funzionaria della società regionale Riscossione Sicilia, che forniva illecitamente notizie riservate circa le posizioni debitorie di numerosi soggetti, una volta individuate le potenziali vittime, assicurava loro la possibilità di ricevere dei prestiti ai tassi usurai descritti. La donna, indagata a piede libero, di fatto forniva agli usurai l’elenco di imprenditori, commercianti in difficoltà, pesantemente indebitati con l’erario, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia. Vittime che poi venivano avvicinate dai capi dell’organizzazione e agganciate prima con prestiti a tassi relativamente bassi, poi sempre più alti.