Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Pavia, inscena finta aggressione e apre falso profilo Facebook per accusare ex marito: denunciata

Christian Campigli
  • a
  • a
  • a

“Realtà è il nome che noi diamo alle nostre delusioni”.  Nella famosa massima di Mason Cooley c'è l'essenza stessa di una complicata vicenda che ha per epicentro San Giorgio, piccolo centro in provincia di Pavia. Una storia che, in un primo momento, pareva essere l'ennesima violenza di un uomo su una donna. Ma che poi, al contrario, si è rivelata un trappola maldestra e mal riuscita. Una moglie, impaurita e visibilmente scossa, si rivolge alle forze dell'ordine per denunciare l'ex marito, reo di aver ingaggiato un malvivente, che l'avrebbe aggredita e malmenata. La storia è piena di dettagli e pare, almeno in una primissima fase, assolutamente convincente. Ma c'è un dettaglio che mette in allarme gli inquirenti: quella donna ricorda troppo bene ogni singolo passaggio. Strano, o quantomeno anomalo, perché certe violenze lasciano segni profondi, anche a livello psicologico. E, nella maggioranza dei casi, i ricordi sono più incerti, quasi sfumati.

 

 

È marzo quando la donna si reca presso la caserma della compagnia dei carabinieri di San Giorgio Lamellina per raccontare agli uomini in divisa una serie interminabile di atti persecutori. Ai quali aggiungere anche una aggressione fisica, organizzata, secondo lei, dal suo ex coniuge ed eseguita da un altro uomo, che la donna non conosce, a Ottabiano, sempre in provincia a Pavia. Ma quella perfezione nell'esposizione mette in allarme i militari, che decidono di investigare, battendo una doppia strada: quella più semplice, legata a doppio filo alla folle gelosia dell'ex marito e la seconda opzione, più complessa, rivolta alla denunciante. Le indagini hanno fatto emergere una realtà assai diversa da quella raccontata in quel freddo pomeriggio di marzo: la donna si era, letteralmente, inventata tutta la storia. Studiata con cura, dovizia di particolari. Forse troppi.

 

 

Era persino giunta ad attivare un numero di cellulare nuovo per creare un profilo Facebook, attraverso il quale aveva creato le varie minacce e gli atti persecutori, per i quali aveva sporto denuncia. I militari hanno messo sotto controllo i software che la donne usava. Attraverso un'attenta analisi dei dati, è emersa la verità, ovvero che l'ex marito non aveva alcuna responsabilità in quella folle storia. Sono state analizzate anche le telecamere di Ottabiano e, anche in questo caso, la versione enunciata della donna è risultata un'autentica bufala. All'ora e nel giorno indicati nella denuncia non vi è nemmeno l'ombra di una discussione. Né due ora prima, né due ore dopo. La moglie, che voleva punire il marito per averla lasciata (questa è, al momento, la tesi più accreditata), è stata segnalata alla procura pavese per simulazione di reato. Una storia torbida, che ha come perseguitato, per una volta, un uomo. E che offende le tante donne vittime di autentiche violenze da parte dei loro mariti.