
Caso Emanuela Orlandi, legale famiglia: "Vicenda cimitero teutonico non è chiusa"

Sono passati 38 anni da quel 22 giugno 1983 in cui Emanuela Orlandi scomparve nel nulla. Ma la famiglia non molla e non considera chiusa la vicenda delle tombe al cimitero teutonico. Lo ha annunciato a Crimini e Criminologia su Cusano Italia TV l’avvocato Laura Sgrò. Il legale della famiglia Orlandi, al microfono di Fabio Camillacci ha affermato: "La storia delle tombe al cimitero teutonico del Vaticano per noi non è ancora chiusa dopo aver fatto analizzare a spese della famiglia Orlandi tutte le ossa trovate nell’ossario delle due tombe risultate vuote. Tra quelle ossa non c’è traccia di Emanuela ma non sono nemmeno ossa molto datate come dicevano in Vaticano, alcune risalgono al 1950. Ma soprattutto, perché quelle tombe erano vuote senza le nobili riportate sulle lapidi? Perché la tomba dell’angelo era vuota? Sono risultate molto pulite entrambe le tombe, nonostante a noi continuino ad arrivarci segnalazioni, anonime e non, di quella posizione, cioè che Emanuela fu sepolta lì nella tomba dell’angelo".
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E prosegue: "Sotto quelle tombe c’è pure una stanza completamente vuota: perché fu costruita se non c’è niente? Ho chiesto le planimetrie ma non mi sono state date. Vi garantisco che molte persone sono venute a trovarmi nel mio studio, facendo racconti dettagliati indicando luoghi e personaggi ben precisi però poi dicono, ’ma non dica che ve l’ho detto'. Il mio appello pertanto è questo: chi ci vuole dare una mano deve avere il coraggio di farlo fino in fondo mettendoci nome, cognome e faccia. Ma alla luce di tutte queste segnalazioni le dico che quella tomba non è stata indicata per caso".
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"Inoltre, mi auguro che presto Papa Francesco rispetto a questa vicenda dica qualcosa e visto che è un pontefice di grande accoglienza, deve convocare presto Pietro Orlandi che sta chiedendo da tempo di essere ricevuto. La collaborazione annunciata e sbandierata dal Vaticano, per me non c’è stata e non c’è" osserva in conclusione.
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