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Arese, uccide la moglie e poi si ferisce: in casa c'erano i tre figli

Christian Campigli
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La incolpava dei suoi problemi sul lavoro. Per quel trasferimento in Italia che non lo aveva mai convinto del tutto. E per la paura di non riuscire a portare a casa i soldi necessari per vivere. Un messicano di quarantuno anni, Jaime Moises Rodriguez Diaz, residente ad Arese, ricco e florido paese nella provincia di Milano, al culmine di un litigio ha ucciso questa mattina la moglie, Silvia Susana Villegas Guzman, una sua connazionale di quarantotto anni.

 

 

 

I carabinieri della compagnia di Rho sono intervenuti in un appartamento di un condominio di via Gran Paradiso e hanno arrestato il sudamericano, dopo che quest'ultimo si era chiuso in bagno. Sul posto anche la sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo del capoluogo meneghino. Dai primi accertamenti, la presumibile causa del decesso della donna sembrerebbe riconducibile a un trauma all'arcata sopraccigliare destra della vittima. Inizialmente gli uomini in divisa avevano ipotizzato che la morte fosse giunta dopo una coltellata inflitta da Diaz.

In realtà, almeno secondo la versione fornita dal medico legale, la donna sarebbe deceduta o per una spinta o dopo un colpo alla testa con un oggetto contundente. Il marito ha utilizzato un coltello da cucina per autoinfliggersi delle ferite da taglio agli avambracci e sotto al costato, sul lato destro. Dopo essere stato fermato, il quarantunenne è stato trasportato in codice giallo all'ospedale di Garbagnate Milanese, dove è piantonato dai militari.

 

 

Una coppia in apparenza serena, sempre allegra e sorridente, almeno a sentire i vicini di casa. Avevano tre figli, che si stavano pian piano ambientando alle dinamiche di vita milanese. Erano giunti in Italia da appena tre mesi e l'uomo aveva trovato un impiego  presso la Nestlé. Dalle prime indiscrezioni pare che alla base del litigio vi fossero proprio dei problemi legati al lavoro di Diaz. L'omicidio si sarebbe consumato mentre in casa c'erano i tre figli della coppia, un maggiorenne e due ancora minorenni. Sono stati loro ad accorgersi del dramma: a quel punto hanno raggiunto i vicini e dato l'allarme. Un trauma che resterà indelebile nella mente dei tre ragazzi che, da domani, si ritroveranno in un paese che non conoscono, senza la propria madre e col padre in galera. Accusato di una dei più orrendi delitti: il femminicidio.