Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Torino, "matrimonio combinato dietro al delitto". Lavapiatti decapitato in casa: un arresto

Christian Campigli
  • a
  • a
  • a

Un delitto orrendo. Per le macabre modalità e per i motivi che hanno portato all'omicidio di un giovane bengalese perfettamente integrato, almeno in apparenza, nella nostra società. Mohammad Ibrahim, venticinque anni, è stato decapitato ieri nella propria camera da letto, nel suo appartamento di Torino.

 

 

A scoprire il cadavere il suo coinquilino e connazionale del Bangladesh, che ha chiamato la polizia. In questura sono state ascoltate diverse persone, amici, colleghi e connazionali del bengalese. Una morte che, dalle prime indagini, è subito risultata di difficile comprensione. Il giovane infatti lavorava come lavapiatti in un ristorante e veniva definito da chi lo conosceva, sia in ambito professionale che per amicizia, il classico bravo ragazzo. Da tre anni era assunto nella pizzeria Donna Margherita di Collegno, piccolo centro nell'hinterland Torinese, insieme al coinquilino, aiuto chef. Mohammad, ieri, aveva il giorno libero.

Quando il suo connazionale, verso mezzanotte, è tornato a casa, è stato proiettato in un film splatter. I pavimenti grondavano di sangue e nella camera da letto c'era un corpo appoggiato al muro e una testa rotolata ad un paio di metri di distanza. Nonostante avessero lasciate aperte tutte le opzioni investigative, gli inquirenti da subito avevano dubitato dell'ipotesi di una rapina finita male. Non si taglia la testa ad un uomo col machete se si è scoperti a rubare. Quel gesto poteva essere o un rito satanico o un messaggio, rivolto anche ad altri connazionali. Una sorta di avvertimento. Come dire, “certi comportamenti vengono così puniti”. Nella tarda mattinata la soluzione del giallo: la polizia ha arrestato un connazionale di Mohammad. Quest'ultimo avrebbe avuto un debito col suo carnefice, di circa milleduecento euro. Denaro che sarebbe servito per coprire le spese di viaggio per organizzare, in patria, un matrimonio combinato.

 

 

Un sodalizio che, per motivi ancora da chiarire, all'ultimo sarebbe saltato. Il bengalese non sarebbe però riuscito a restituire quella somma al connazionale. La pandemia e la chiusura dei ristoranti lo aveva tenuto a lungo senza stipendio e quindi impossibilitato a onorare la sua pendenza. Ma alla base del folle gesto pare esserci anche dell'altro. La donna rifiutata sarebbe una parente (forse la sorella) dell'assassino. La decapitazione, avvenuta dopo aver tramortito Mohammad con un colpo alla testa, evidenzia l'assoluto e totale disprezzo nei confronti del venticinquenne. Ma anche un avvertimento per tutta la comunità: un impegno preso va portato a termine. Il presunto assassino è stato arrestato stamani, mentre scendeva da un treno regionale proveniente dalla Val di Susa. Un delitto macabro, che riaccende le polemiche, squisitamente politiche, sulla capacità di integrazione di certe comunità straniere. Un dibattito senza fine, e, verosimilmente, senza una vera soluzione.