
Ciro Grillo, la vittima del presunto stupro ai pm: "Volevo urlare ma non ci riuscivo"

Voleva urlare, ma non ci è riuscita. E' quanto ha riferito la ragazza italo norvegese vittima del presunto stupro avvenuto in Costa Smeralda nel luglio del 2019 e per il quale sono indagati Ciro Grillo, figlio di Beppe fondatore del M5S, e altri tre amici genovesi. Il Corriere della Sera ha reso noti i verbali degli interrogatori della vittima condotti dal procuratore capo di Tempio Pausania Gregorio Capasso e della sua sostituta Laura Bassani. "Cioè, mi è venuto in mente di urlare, non è che non mi è venuto in mente, ma non riuscivo", racconta la ragazza.
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La ragazza conferma di aver subito una prima violenza in camera, poi in bagno. Agli inquirenti ha detto di aver cercato di fuggire. Ma sulla porta della camera c'erano gli altri tre ragazzi. "Mi hanno fatto tipo da barriera", per poi aggiungere che è stata trascinata in bagno per la seconda violenza. "Anche li non sei riuscita a reagire?", chiedono gli inquirenti. "No, c'era una confusione allucinante". Nei verbali la giovane racconta di essere stata violentata prima da Francesco Corsiglia e poi - in un secondo momento, dopo un paio d' ore - da Ciro, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, tutti genovesi e amici. I fatti sono avvenuti il 17 luglio del 2019 mentre in casa c'era anche l'amica Roberta che stava dormendo.
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Perché non ha reagito, gridato, telefonato? Insomma: perché non ha chiesto aiuto o non è fuggita durante le violenze e, soprattutto, fra il primo e il secondo episodio? E' questo uno die punti oscuri dell'inchiesta sui quali potrebbero puntare le difese. La ragazza risponde ancora, secondo i verbali, "io in quel momento mi sentivo quasi come arresa, quando camminavo non sentivo i piedi per terra". Poi spiega anche perché non è scappata: "Però io avevo sotto la mia responsabilità Roberta, perché era mia ospite in Sardegna, no?". Poi ha raccontato i momenti del presunto stupro: "In quel momento mi volevo lasciar andare e non so, mi sentivo morire dentro, vuota completamente. In più, cioè ero come lascia fare quello che vogliono non ce la faccio più a reagire". "Ero anche terrorizzata - continua - non sapevo cosa stesse succedendo, obiettivamente non te l' aspetti una cosa del genere".
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