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Caso Scanzi, atti ispezione Asl depositati in procura ad Arezzo

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I risultati dell'ispezione della Asl Toscana Sud Est sulla vaccinazione del giornalista Andrea Scanzi sono stati consegnati alla procura di Arezzo. La somministrazione del farmaco anti Covid era avvenuta nel pomeriggio del 19 marzo all'hub vaccinale, allestito al Centro Affari e Fiere di Arezzo. Al giornalista era stato iniettato il vaccino Astrazeneca e lui stesso l'aveva poi annunciato sui social, facendo esplodere una enorme polemica, considerata la sua giovane età (46 anni) e, tra l'altro, il forte ritardo accumulato in Toscana nella somministrazione agli anziani.

La Asl ha subito annunciato che avrebbe effettuato una verifica interna e oggi, mercoledì 31 marzo, il direttore generale Antonio D'Urso ha depositato i documenti. Il 22 marzo, del resto, il procuratore Roberto Rossi, aveva aperto un fascicolo modello 45, cioè senza indagati e senza ipotesi di reato, quindi per effettuare tutti gli accertamenti necessari per comprendere con esattezza come sono andate le cose. Gli ultimi passaggi della verifica interna della Asl hanno riguardato il ruolo di Scanzi come caregiver, cioè assistente della mamma malata che ha bisogno di aiuto in base alla legge 104. Ora sarà la polizia giudiziaria, coordinata da Rossi, a svolgere le indagini per capire se la vaccinazione di Scanzi è stata regolare. 

La vicenda nella puntata di domenica 28 marzo, è finita di nuovo al centro dell'attenzione di Non è l'Arena, il programma di La7. Massimo Giletti e la redazione hanno ricostruito nel dettaglio cosa è accaduto ed evidenziato le diverse tempistiche sulla richiesta di vaccinazione. Ma hanno ascoltato anche i massimi dirigenti della Asl Toscana Sud Est e proprio Antonio D'Urso ha annunciato che le verifiche dell'azienda erano in corso. Durante il programma Scanzi è stato attaccato frontalmente e duramente anche dal punto di vista morale, per aver evitato che quella dose di vaccino venisse iniettata ad una persona anziana, nettamente più bisognosa di lui.