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Covid, impatto devastante sui giovani: isolamento, solitudine e risse

Christian Campigli
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Un impatto psicologico devastante. Ancor più letale perché sottovalutato rispetto alle conseguenze più immediate del Covid. I ragazzi tra i 15 e i 20 anni stanno pagando un prezzo altissimo alle limitazioni imposte alla loro naturale socialità, indispensabile per ogni teenagers. L'ultimo episodio ha come scenario Desio, ricca cittadina della Brianza. Centinaia di persone coinvolte nella riedizione di una delle migliori scene di Gangs of New York, il capolavoro del 2002 di Martin Scorsese, candidato a dieci premi Oscar. Ettolitri di birra, tanti, troppi bastoni, sbarre di legno, pietre e persino un machete. Sono da poco trascorse le cinque del pomeriggio quando viene inizia questa cavalleria rusticana 2.0, organizzata attraverso il tam tam su Instagram. Accanto ai contendenti una nutrita folla di spettatori che, cellulari alla mano, non si son voluti perdere lo spettacolo del giorno, concretizzatosi in pieno centro. I due protagonisti sono due ragazzi, entrambi stranieri, di 20 anni. Dopo essersi minacciati sui social, i due premi Nobel hanno pensato bene di coinvolgere anche le relative bande. Da una parte i bulletti locali, dall'altra trenta adolescenti arrivati a Desio dalla vicina Sesto San Giovanni. Insulti, provocazioni, spunti e poi l'inferno. Botte vere, un delirio durato almeno dieci minuti. Letteralmente terrorizzati i commercianti della zona hanno chiamato le forze dell'ordine. Che sono rapidamente giunte nel triangolo buono, quello tra via Olmetto, Pozzo Antico e Garibaldi. Al centro della contesa degli apprezzamenti fuori delle righe ad una ragazza della banda.

 

 

 

 

 

Ma quello di Desio è solo uno dei numerosi episodi pressoché identici accaduti nel nostro paese nelle ultime settimane, da Roma a Venezia, da Caserta fino a Pescara. Stesso modus operandi, medesime conseguenze. Troppi, per poter parlare di casi isolati. Ne sono consapevoli gli psichiatri, che ha più riprese hanno cercato, invano, di sottolineare il pericolo dell'isolamento, della solitudine e della didattica a distanza in una delle fasi più difficili dello sviluppo umano, quella pubertà già ricca di suo di profonde lacerazioni interiori e dubbi amletici.

“I ragazzi sono passati dal lassismo di famiglie ultra permissive alle regole imposte da uno Stato che si è trovato, sull’onda della pandemia, a introdurre delle limitazioni anche sul fronte della socialità – ha evidenziato Paolo Crepet-  La somma di questi elementi è una miscela esplosiva. I giovani sono come in una pentola a pressione: se si toglie il coperchio, c’è il botto". L'emarginazione, la mancanza di condivisione e la paura sono diventate compagne assai poco gradite nel quotidiano dei nostri ragazzi, Non è un caso che persino l'Onu abbia lanciato un monito, con la presentazione del rapporto con le linee guida sulla salute mentale e il Coronavirus, esortando gli stati membri perché diano impulso ad azioni mirate per la salute mentale. Perché non sempre quello che è visibile agli occhi è più letale di ciò si insinua nella nostra anima.