
Ilenia Fabbri, in carcere l'ex marito Claudio Nanni. Il movente? Le pretese economiche della moglie

Svolta nell'omicidio di Ilenia Fabbri, a Faenza. La polizia di Ravenna nel corso della notte tra martedì 2 e mercoledì 3 marzo ha eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, indagati in concorso per l’omicidio aggravato della donna, avvenuto a Faenza (Ravenna) lo scorso 6 febbraio. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Ravenna e svolta dai poliziotti della squadra mobile di Ravenna e del Servizio Centrale Operativo di Roma, ha permesso di acquisire gravi elementi indiziari nei confronti dell’ex marito Claudio Nanni e di un suo conoscente, ritenuti rispettivamente mandante ed esecutore materiale dell’omicidio.
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Il movente del delitto sarebbe da ricondurre al profondo astio che l’uomo provava nei confronti della ex moglie a causa delle sue pretese economiche. Nanni, finito in manette per omicidio aggravato dalla premeditazione, dai legami familiari e dai motivi abietti, è stato sospettato fin dai primi giorni dell'indagine. Nanni e il suo conoscente sono finiti sotto interrogatorio in questura a Ravenna, a poca distanza dal Tribunale dove il 26 marzo era prevista la prima udienza della causa di lavoro che l'ex moglie aveva avviato per chiedere di essere risarcita per avere a lungo lavorato nell'officina dell'allora marito nella vicina Imola, la città romagnola in provincia di Bologna.
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Se le accuse verranno dimostrate diventerà ancora più complessa la situazione della figlia della coppia, Arianna, coinvolta suo malgrado nell'alibi che evidentemente non ha convinto gli investigatori. Lei e il padre erano in viaggio in macchina da pochi minuti verso Milano, dove avrebbero dovuto comprare un'auto, quando Ilenia è stata uccisa con un fendente alla gola forse con un coltello per il pane. La giovane sarebbe stata insomma usata dal padre per costruirsi un alibi. La mattina di quel 6 febbraio tuttavia, all'insaputa di Nanni, c'era un'amica di Arianna che si era fermata lì per la notte. Ed è stata lei a dare l'allarme al 112. Mercoledì 3 marzo la svolta nelle indagini.
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