
Il padre dell'umbro morto a Londra: "Ci sentiamo abbandonati"

"Ci sentiamo abbandonati. E' come se fosse morto un gatto". E' duro, crudo, Angelo Proietti, ex poliziotto, padre di Stefano, il 34enne umbro morto a Londra nella notte di Natale in circostanze misteriose (LEGGI). Parole che nascono dal dolore di un padre che ha perso un figlio in circostanze misteriose: ad oltre un mese di distanza non sono state ancora chiarite. Stefano si trovava ospite di una casa protetta, a Londra, doveva viveva da una decina d'anni. Lavorava in un'impresa di pulizie e prima di trasferirsi nella struttura pubblica conviveva in un appartamento con alcuni inglesi. Lo hanno trovato nella sua camera riverso in un lago di sangue, la notte di Natale. Il padre Angelo è volato nella City per riportare la salma (i funerali si sono tenuti a Piegaro, comune d'origine della famiglia, all'inizio di gennaio) e ha visto con i suoi occhi la camera con le tracce di sangue. "Vogliamo sapere come è morto nostro figlio", ripete. Ma il certificato del coroner di Londra non scioglie i nodi. Per questo l'avvocato che assiste i Proietti, Walter Biscotti, ha reso nota la vicenda. E' stata anche contattata l'ambasciata italiana, nei giorni scorsi, ma niente di più è trapelato sulle cause della morte. Alle spalle del 34enne problemi di dipendenza.