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Relazione clandestina: nasce una bimba e piomba nell'incubo

Maurizio Muccini
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Di colpo la sua vita si è trasformata in un incubo. Fino al punto di perdere tutto, affetti e dignità compresi. Una specie di tunnel nero dal quale ancora oggi, a distanza di molti anni, non riesce proprio a venirne fuori. E' la storia di un 73enne di Perugia, sposato e con figli, che in questi giorni è sbarcata nuovamente in una aula di giustizia. Che per una notte d'amore “clandestina”, che aveva portato come dono una bambina, si è visto abbandonare da tutti. A cominciare dalla famiglia, che lo ha sbattuto fuori di casa. Senza appello. E senza più soldi, visto che le guerre legali per il mantenimento con conseguente pignoramento della pensione, lo hanno costretto a vivere per mesi in una roulotte o in altri alloggi di fortuna. Fino ad arrivare ad una condanna di primo grado a otto mesi di reclusione (senza sospensione della pena, più il pagamento delle spese processuali) che lo hanno segnato nel profondo. Ma andiamo per ordine. Partendo dall'estate di alcuni anni fa, quando l'uomo si trova in una località di mare con la moglie e la figlia. E in una maledetta sera, ecco l'incontro fatale con una bella giovane di nazionalità polacca. Con “l'attrazione” che conduce ad una relazione clandestina. Una notte di “fuoco”, segreta, che termina al momento in cui il 73enne e i suoi cari fanno rientro nel capoluogo umbro dopo le vacanze. Una sola frequentazione, quindi. Almeno secondo la sua versione. Con inaspettata sorpresa, dato che qualche tempo dopo, il perugino viene a sapere dall'amante che lei è rimasta incinta e che adesso ha bisogno di essere aiutata economicamente. Lui non ci crede, accettando di sottoporsi all'esame del Dna. Che di conseguenza mette sotto i riflettori la relazione, scatenando la reazione della famiglia. Che senza pensarci un istante gli prepara le valigie. Senza alcuna attenuante. Nel frattempo iniziano i guai giudiziari per il mantenimento. E ogni mese un decreto ingiuntivo gli prosciuga di un terzo la pensione, e con quel poco che gli resta lui non può permettersi un'altra abitazione (ecco la soluzione della roulotte). Inevitabili i mancati versamenti, che si trasformato in un'accusa penale bella e buona. Con tanto di processo (con polacca e figlia che si costituiscono parti civili). Siamo al 2013 quanto l'uomo (rappresentato dall'avvocato Pasquale Perticaro) si vede condannare a otto mesi (per il mantenimento si era resa necessaria una causa civile). E siamo ad oggi, quanto la brutta vicenda è sbarcata davanti ai giudici della corte d'Appello. “Speriamo che tutto venga ribaltato”, ha sostenuto il suo legale. Non resta che attendere.