
Omicidio Meredith, Amanda: "Darò voce alle vittime di errori giudiziari"
Ora penserà a chi ha vissuto un'esperienza che lei considera simile alla sua. Cioè alle “vittime di condanne ingiuste”. Un modo per “sdebitarsi” per il lieto fine della vicenda giudiziaria di cui è stata l'indubbia protagonista neanche fosse l'attrice di una nera saga hollywoodiana, e per ringraziare le tante persone, “da Seattle a Roma”, che hanno dato un contributo alla sua causa. “Sono ansiosa di rendervi fieri per avere sostenuto me e la mia famiglia”. Così si è espressa sul The Seattle Times Amanda Knox. Sul sito della testata statunitense è comparso il suo intervento (presentato come “guest opinion” e intitolato “Moving forward, with gratitude and a purpose”). “Negli ultimi sette anni e mezzo la coscienza della mia innocenza mi ha fatto andare avanti”, scrive Amanda ringraziando chi l'ha fatta sopravvivere quando era “più vulnerabile e quasi del tutto persa”. Si dice sollevata per la decisione della Suprema Corte e grata per il fatto che anche “Raffaele Sollecito può lasciarsi alle spalle una condanna sbagliata”. Tuttavia si dice “consapevole del fatto che questa storia è senza lieto fine”, perché a differenza di una condanna sbagliata, che può essere ribaltata, niente potrà riportare Meredith alla sua famiglia e alle persone care”. “Comunque sia il mio futuro, io devo ripagare ciò che ho ricevuto - continua -. Sono sopravvissuta perché la mia famiglia ha interrotto la sua vita per essere con me in Italia, perché amici hanno donato le loro risorse, perché i miei avvocati hanno lavorato instancabilmente per portare l'attenzione sugli elementi che mi scagionavano, perché sconosciuti - da esperti del Dna di fama mondiale, a ex investigatori dell'Fbi, a cittadini comuni - hanno visto l'ingiustizia nel mio caso e si sono fatti sentire, e perché a Seattle mi hanno dato lavori per aiutarmi finanziariamente mentre cercavo di riscattare il mio nome”. Amanda si sente “fortunata per aver ricevuto un sostegno così forte”, ma dice di essere “consapevole che innumerevoli altre persone condannate in modo erroneo non hanno questo supporto”. “Lavorerò per dare voce a queste persone”, è la sua promessa, anche perché ritiene che sia il miglior modo per rendere giustizia alle vittime di crimini.