
Omicidio Meredith, Raffaele: "Considerato assassino senza straccio di prova"
"Mi sento oggi come un sequestrato che è tornato alla libertà". Così Raffaele Sollecito dopo l'assoluzione della Cassazione per il delitto di Meredith Kercher durante una conferenza stampa tenutasi a Roma. Il ragazzo è accompagnato dai suoi avvocati Giulia Bongiorno, Luca Maori e Francesco Mastro. "Il mio processo doveva per forza finire così - ha detto il pugliese -. Torno alla mia vita. Ho avuto paura perché ho percepito un fortissimo livore nei miei riguardi. Il disprezzo è nelle carte e non me lo so spiegare. Ho percepito l'odio verso me e la famiglia. Tra me e Amanda solo una relazione d'affetto. Auguro a lei ogni bene. Io sono completamente estraneo a tutta la vicenda. Da questo momento in poi non accetto di essere definito assassino. Vi prego: massima cautela. Io sono pronto a ricorrere alle vie legali". GUARDA il video "Mi dispiace che la famiglia di Meredith sia delusa - ha aggiunto Sollecito -. La sentenza è la verità. Stavolta la sentenza è coincidente con la realtà dei fatti. Meredith la conoscevo poco, non avevo motivo per avere dell'astio e per rendermi partecipe per un delitto tanto orribile". "Nei prossimi giorni valuteremo la richiesta di risarcimento". Lo ha annunciato l'avvocato di Raffaele Sollecito, Giulia Bongiorno, dopo l'assoluzione del ragazzo per il delitto di Meredith Kercher. "Non ci sono sentimenti di vendetta nell'animo di Sollecito", ha aggiunto l'avvocato. "Aspetteremo le motivazioni. Non frusteremo chi ha sbagliato. Vedremo se ci sono stati degli errori e che iniziative intraprendere. La responsabilità civile - ha concluso - è un istituto serio che non va esercitato con lo spirito di vendetta". La parola passa di nuovo a Sollecito: "Sono stato considerato un assassino senza uno straccio di prova. Tra i momenti più brutti - ha raccontato il ragazzo leggendo da un foglio - c'è stato quello dell'arresto. Quando ero recluso la certezza della mia innocenza mi consentiva di sperare che la giustizia mi avrebbe dato ragione. Il sistema giudiziario ha funzionato, ma 7 anni e 5 mesi per me sono troppi. Non so esprimermi sul sistema giudiziario italiano. Le accuse inventate hanno creato una patina su di me".