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Armato di siringa minaccia infermieri, ora è imputato per rapina

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Roberto Minelli
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Voleva a tutti i costi quel farmaco. In preda all'ennesima crisi, quasi a cadenza quotidiana. Così, completamente fuori di testa, si è improvvisamente armato di siringa. Per poi avventarsi sugli infermieri, minacciandoli, pretendendo quel medicinale che forse avrebbe alleviato le sue tante sofferenze. Momenti di autentico panico, quindi, lungo le corsie del reparto. Con l'uomo che alla fine veniva fortunatamente tranquillizzato e successivamente bloccato. La brutta vicenda, che risale a diverso tempo fa, è finita dritta in tribunale. Perché l'uomo, ricoverato da diverso tempo nel reparto di psichiatria del Santa Maria della Misericordia di Perugia, ora è imputato con l'accusa di rapina. Nessuno avrebbe immaginato ad un suo gesto così estremo. Proprio per ottenere “a tutti i costi” e “dietro minaccia” il biperinede, un farmaco che serve ad allentare la rigidità muscolare. E riduce la sudorazione anormale e la eccessiva salivazione. Finendo con il migliorare (in casi comunque particolari) i disturbi della deambulazione per quei soggetti in “trattamento farmacologico sostitutivo di mantenimento” con metadone. Nell'udienza di martedì mattina il giudice ha disposto che venga messa agli atti la perizia medica dello psichiatra Tarcisio Radicchia, il quale all'epoca dei fatti constatò l'incapacità di intendere e di volere dell'imputato. Che era stato ricoverato nel “repartino” dopo essere stato sottoposto ad un provvedimento di Tso (trattamento sanitario obbligatorio che generalmente viene applicato in caso di motivata necessità e urgenza clinica. Conseguenti al rifiuto al trattamento del soggetto che soffra di una grave patologia psichiatrica non altrimenti gestibile. L'uomo sotto inchiesta (non si esclude per lui la richiesta di rito abbreviato), difeso dall'avvocato Luca Gentile, dovrà nuovamente comparire davanti al giudice il prossimo 24 marzo, giorno in cui è stata fissata la prossima udienza.