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Coronavirus, all'Ast chiusa la mensa ma migliaia di pranzi al sacco

Catia Turrioni
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Mensa chiusa per i 2300 dipendenti dell'Ast. Il servizio funziona ma non è accessibile al personale. Vengono, invece, preparati dei cestini con il pasto da consumare in luoghi diversi. E' una delle misure attuate nello stabilimento di viale  Brin, a Terni. Il provvedimento è operativo già da una decina di giorni. All'interno dell'azienda, inoltre, sono state vietate le riunioni tra più di cinque persone mentre quelle aziendali, indispensabili, vengono tenute in videoconferenza. Ora si sta valutando la possibilità di ricorrere allo smart working (lavoro da casa) almeno per il personale impiegatizio. Sono state invece sospese tutte le trasferte. I vertici dello stabilimento sono in contatto diretto con gli organi istituzionali locali per avere informazioni in tempo reale sulla situazione del contagio in Umbria e sull'opportunità di mettere in atto nuove e più restrittive disposizioni. Ovviamente, tutte le misure indicate nell'ultimo Decreto della presidenza del Consiglio del ministri vengono seguite alla lettera. L'azienda sta cercando di fronteggiare anche le criticità dettate dall'epidemia a livello mondiale. Quello delle carenze infrastrutturali dell'Umbria è un problema con cui il colosso dell'acciaio ha sempre dovuto fare i conti e che adesso rischia di amplificarsi. A rendere più difficile la situazione - spiegano i portavoce dell'azienda - anche una rete infrastrutturale digitale inesistente. Che, invece, in un momento come questo, poteva rivelarsi preziosa.